Il senso di colpa ci blocca nella nostra evoluzione verso la felicità perché è accompagnato dal rimuginio dei pensieri legati al passato, che ci impedisce di rimanere connessi all’attimo presente.
Il senso di colpa inoltre è collegato alla paura di essere egoisti, in quanto la parola egoismo è spesso affrancata ad un giudizio negativo.
Ci hanno insegnato che è meglio essere altruisti piuttosto che egoisti, infatti essere disponibili con gli altri ci fa sentire bene, fino a quando però non dedichiamo più energie all’altro che a noi stessi.
Il fatto è che se non ci prendiamo cura di noi, difficilmente potrà farlo qualcun altro al nostro posto, perché solo noi sappiamo quello di cui abbiamo profondamente bisogno.
Thich Nhat Hanh nel libro “Insegnamenti sull’amore” riprende alcune parole del Buddha:
“La persona che soffre di più al mondo è quella che ha molte percezioni sbagliate.
La maggior parte delle nostre percezioni è erronea.
Usciamo dal bosco di sera e vediamo un serpente e siamo presi dal panico, ma appena un amico fa luce con la torcia ci rendiamo conto che si trattava solo di una corda. Quindi dobbiamo sapere quali sono le percezioni sbagliate che ci fanno soffrire”.
Sappiamo che per fare questo è importante auto osservarci e la meditazione sicuramente è uno strumento che ci può aiutare.
“Osserviamo le nostre formazioni mentali, le idee, le tendenze dentro di noi che ci portano a parlare, ad agire come facciamo di solito.
Pratichiamo l’osservazione profonda per scoprire la vera natura di queste formazioni mentali e quanto queste siano condizionate dalla famiglia, dalla società, perché ci saranno formazioni mentali malsane che possono provocare grande disturbo, mentre quelle salutari portano all’amore, alla felicità e alla liberazione”.
Thich Nhat Hanh sostiene che dentro la nostra coscienza risiedono i semi dell’amore, della compassione, della gioia, ma anche della rabbia, della paura, dell’ansia.
Se dentro di noi sono presenti tutti i semi, sia quelli che ci portano alla felicità che quelli che ci portano all’ansietà, abbiamo il potere di scegliere su quali pensieri concentrarci per essere liberi e felici.
A quel punto capiremo che l’infelicità non proviene dalle azioni che subiamo dagli altri, ma dai nostri rimuginamenti. Essere in sintonia con noi stessi e prenderci cura dei nostri bisogni non è egoismo, anzi quando noi siamo amorevoli e comprensivi con noi stessi, lo siamo molto di più anche con gli altri.
Nutrendo d’amore noi stessi, rifletteremo amore. Possiamo aiutarci praticando la Meditazione della Gentilezza Amorevole, qui sotto troverai il link per accedervi.
Alla prossima istantanea
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