Come vi sentite in questi giorni in cui la guerra è tornata nella nostra vita?
Una cosa che faccio è non guardare i telegiornali, perché cerco di evitare di ascoltare notizie altamente drammatiche.
So quello che sta succedendo e preferisco pregare, sintonizzarmi e mandare energie di pace alle popolazioni che stanno vivendo situazioni drammatiche.
Questo momento lo sto vivendo ispirandomi alle parole di Thich Nhat Hanh che, durante il lungo conflitto in Vietnam, decise di partire alla volta degli Stati Uniti per cercare di portare un pensiero sulla pace.
Egli non si schierò contro gli Stati Uniti, ma cercò di influenzare il pensiero collettivo a favore della pace. Siccome non si schierò neanche dalla parte dei vietnamiti, il suo popolo, venne esiliato per alcuni decenni.
Condivido il pensiero del monaco, anch’io penso che dobbiamo focalizzarci su un pensiero di pace. Dobbiamo incarnare la pace, se ci schieriamo con una o con l’altra fazione continuiamo a portare energie di rabbia e di intolleranza.
Ognuno di noi ha il potere di portare la pace nella sua quotidianità, nelle sue relazioni, in famiglia, con i colleghi, con gli amici. E’ importante cercare di disinnescare la nostra reattività, possiamo diventare consapevoli della sua presenza, ma non alimentarla.
Legato alla rabbia spesso troviamo il pessimismo e l’idea che ci sia una sola visione che l’altro non capisce. Credo invece sia importante essere imparziali ed avere fiducia, proprio quelle energie di fiducia possono essere trasmesse a chi si siede ai tavoli delle trattative.
A noi non verrà data la possibilità di esprimere la nostra opinione, ma una delle cose che possiamo fare è trasmettere amore e armonia che guidi la consapevolezza di chi ci governa.
Cerchiamo di evitare lunghe discussioni su chi ha ragione o su chi ha torto, purtroppo chi usa le armi non ha certamente utilizzato canali di consapevolezza e di dialogo costruttivo.
Questo è il mio pensiero, quello che mi ha portato e mi sta portando tanto beneficio nella vita.
Alla prossima istantanea.