In un brano del libro ”Un mondo nuovo” di Eckart Tolle possiamo leggere queste parole:
“Dall’errore di Cartesio all’intuizione di Sartre. Il filosofo del XVII secolo Cartesio, considerato come il fondatore della moderna filosofia, nel suo famoso detto: “penso dunque sono”, che egli credeva una verità fondamentale, espresse invece un errore di base.
Credeva che il fatto che egli stesse sempre pensando era indubitabile e così equiparò il pensiero con l’essere, che come dire l’identità e l’io sono con il pensiero. Invece della verità assoluta, aveva trovato le radici dell’ego ma non lo sapeva, ci sono voluti circa 300 anni prima che un importante filosofo vedesse qualcosa di cui Cartesio non si era accorto.
Sartre si rese conto, che penso dunque sono, era come dire la coscienza che io sono non è la coscienza che pensa. Quando siete consapevoli che state pensando, quella consapevolezza non è parte del pensiero, è una diversa dimensione della coscienza.
Ed è quella consapevolezza che dice io sono.
Se in voi non ci fossero altro che pensieri non sapreste nemmeno che state pensando, sareste come un sognatore che non sa di stare sognando, sareste così identificati con ogni pensiero come sognatore lo è con ogni immagine del sogno. Quando sapete che state sognando voi siete risvegliati dentro il sogno, siete in un’altra dimensione di coscienza”.
La dimensione della coscienza
Questo brano mi ha aiutata a capire che, quando sono identificata con i miei pensieri, non riesco a rendermi conto che dentro di me c’è molto di più: il mio essere.
È il mio essere che fa da testimone ai miei pensieri
Questa intuizione ci potrebbe far aprire gli occhi anche per tante altre identificazioni. Ad esempio l’identificazione con gli oggetti e le identificazioni culturali, ovvero capire i problemi che ci sono tra culture proprio a causa di questa identificazione con l’ego.
Alla prossima istantanea.