Questo brano dal libro “Un mondo nuovo” di Eckhart Tolle, mi ha aiutata a guardarmi dentro e man mano che leggevo queste righe mi ci ritrovavo:
“Avere ragione, dare torto, lamentarsi, cercare difetti e reagire, sono atteggiamenti che rinforzano i confini e il senso di separazione dell’ego. Elementi, questi ultimi, dai quali dipende la sua sopravvivenza. Tali atteggiamenti fortificano l’ego anche fornendogli un senso di superiorità, grazie al quale egli cresce vigoroso.
Anche se può non apparire immediatamente evidente, il lamentarsi per esempio del traffico, dei politici, dei ricchi, della pigrizia, dei disoccupati, dei vostri colleghi, del vostro ex consorte, degli uomini, delle donne può darvi un senso di superiorità.
Ecco il perché quando vi lamentate, implicitamente, siete voi ad avere ragione e la persona, o la situazione, per la quale vi risentite, ad avere torto e non vi è nulla che dia forza all’ego più che l’aver ragione.
Aver ragione è un’identificazione con una posizione mentale, un punto di vista, un’opinione, un giudizio, una storia. Per aver ragione dovete aver bisogno di qualcuno che abbia torto e così l’ego ama dar torto per aver ragione.
In altre parole avete bisogno di dare torto a qualcuno per rinforzare il senso di chi siete.
Si può dar torto ad una persona ma anche ad una situazione, reagendo lamentandosene, il che è come dire che questo non dovrebbe succedere. Avere ragione ci pone in una posizione di superiorità morale, immaginaria, in relazione alla persona o una situazione giudicata, e che trovate non all’altezza e proprio quel senso di superiorità che l’ego vuole intensamente e grazie al quale si rafforza.
Avere ragione non crea benessere
Ad esempio, in passato, rispondevo a tono a mio marito quando iniziavamo una discussione ed io ero convintissima di aver ragione, quindi è vero che il pensare di avere ragione ti dà un senso di superiorità, è come se dicessi: “come è possibile che l’altro non la pensi come me, non posso che aver ragione io!”, però poi, alla fine della discussione, questo bisogno di aver ragione non mi faceva stare particolarmente bene. Motivo per cui, adesso, se mi capita una discussione, sono più pronta a lasciar perdere, anche perché non sono più così convinta di aver ragione.
Come scrive Tolle il voler aver ragione è un’identificazione, quando tu sei in preda ad una discussione sei veramente identificato con quella posizione, ma sei in quella posizione per le tue idee. Infatti questo è anche motivo di conflitti tra culture, religioni.
L’ego non è personale
Tolle scrive ancora: “l’ego non è personale, a un livello collettivo noi abbiamo ragione e loro torto”. Qua diventa una questione collettiva. “Noi abbiamo ragione e loro torto è chiaramente stabilizzato proprio in quelle parti del mondo, dove i conflitti fra nazioni, razze, tribù o ideologie sono endemici. Ambedue le parti, in conflitto, sono ugualmente identificate con il proprio punto di vista, con la propria storia, come con il loro pensiero. Entrambi sono ugualmente incapaci di vedere che non solo può esistere un’altra prospettiva, un’altra storia, ma che questa può anche essere valida”.
Spesso ci identifichiamo anche politicamente e questo è un altro grosso problema attuale. Siamo identificati con il pensiero di uno o dell’altro politico che secondo noi ci rappresenta di più, ma in questo modo siamo già perdenti perché la politica dovrebbe aiutare ad un confronto. Spesso sento i politici in televisione criticarsi vicendevolmente, ma in questo modo difficilmente si riescono a risolvere i problemi.
Non è avendo ragione che possiamo portare avanti un’istanza, la politica credo debba aiutare le parti a confrontarsi, in modo tale da trovare la soluzione migliore. Quello che invece accade è che, proprio per soddisfare il bisogno dell’Ego di identificarsi con il pensiero, rischiamo di collaborare sempre di meno per un obiettivo comune.
Imparare ad osservare quando siamo identificati con un’idea e provare ad abbandonare questa identificazione, andando oltre e accogliendo magari i suggerimenti che possono giungere anche da chi non la pensa proprio come noi, può essere la strada per vivere in modo più leggero e felice.
Alla prossima istantanea