“Lasciar correre” è un modo di dire che utilizzo sempre più con me stessa e con i pazienti, che rimangono un po’ sorpresi da questo consiglio.
Alcuni miei pazienti, tornati recentemente in terapia perché stanno passando un momento critico, notano che ho un approccio più dolce che in passato, mentre li aiuto a prendere consapevolezza dei pensieri che creano loro sofferenza.
Lasciar correre
Spesso nelle nostre relazioni non ci sentiamo compresi, ci sembra che ci vengano fatti soprusi e ingiustizie. Questo modo di vedere le situazioni ci può portare verso un atteggiamento vittimistico e di impotenza.
A tal proposito Jon Kabat-Zinn nel libro “Dovunque tu vada ci sei già”, scrive:
“Lasciar correre è un’espressione che si spiega da sola, è un invito a smettere di aggrapparsi ad alcunché, un’idea, un oggetto, un avvenimento, un’occasione, un punto di vista o un desiderio in particolare. E’ la decisione consapevole di abbandonarsi in piena accettazione al flusso dei momenti presenti, man mano che si susseguono.
Lasciar correre significa rinunciare alla coercizione, alla resistenza, alla lotta, in cambio di qualcosa di più forte e completo, la conseguenza immediata del lasciare le cose come stanno, senza farsi condizionare da propensioni o repulsioni, dall’intrinseca viscosità di desideri, simpatie, antipatie.
E’ come lasciare aperto il palmo della mano, liberando dalla stretta quello che vi era contenuto. Ma si può essere invischiati non solo dai desideri materiali. Si mantiene la presa anche con la mente. Restiamo prigionieri, bloccati noi stessi, attaccandoci spesso disperatamente a concezioni meschine, speranze, aspirazioni fini a se stesse.
Lasciar correre significa veramente preferire la trasparenza alle forti pulsioni delle nostre simpatie e antipatie personali e all’inconsapevolezza con cui vi rimaniamo affezionati. Essere trasparenti comporta lasciar interagire paure e insicurezze nell’ambito della piena consapevolezza.
Lasciar correre è possibile unicamente riconoscendo e accettando la scomoda realtà dello stato di immobilismo in cui ci troviamo, ammettendo l’esistenza di uno schermo inconscio fra noi e i nostri interlocutori che filtra, colora, piega e distorce la visione.
In quei momenti di disagio potremo aprirci soprattutto se saremo capaci di captarli consapevolmente, ammettendo di essere prigionieri della spirale dell’avidità, dell’egoismo e dell’ostilità per salvaguardare il nostro interesse”.
Lasciar correre può sembrare difficile, per anni le mie frasi sono state costellate da affermazioni come: “è giusto così”. Adesso quando si presentano pensieri simili so che devo stare attenta, perché se mi aggrappo ad essi, mi posso ritrovare nella gabbia dell’infelicità.
In alcune relazioni partivo con un pregiudizio e poi scoprivo che quella persona aveva parti piacevoli e interessanti. Tenere a freno il giudizio ci dà la libertà di scoprire che spesso le persone ci piacciono e siamo disposti ad accettare anche le loro parti meno gradevoli.
Tutti noi abbiamo aspetti che possiamo definire positivi o negativi, sta a noi coltivare quelli che ci fanno vivere meglio.
Lasciamo correre quando siamo in una situazione che non abbiamo il potere di modificare, abbandoniamoci al flusso della vita, rilassiamo spalle e braccia, accogliamo l’esperienza che ci insegnerà qualcosa in più di noi.
Alla prossima istantanea.