Nel libro “Tutt’uno con la vita” Eckhart Tolle scrive:
“la negatività non è intelligente, appartiene sempre all’ego. Ogni volta che siete in uno stato negativo, vi è qualcosa in voi che vuole la negatività, che la percepisce come piacere o crede che vi darà quello che volete. Se fosse altrimenti, chi vorrebbe attaccarsi alla negatività, rendere se stessi e gli altri infelici e far ammalare il corpo?
Così ogni volta che vi è della negatività in voi, se potete essere consapevoli di quel momento, che c’è qualcosa in voi che ricava piacere o crede che abbia uno scopo utile, potete diventare direttamente consapevoli dell’ego. Nel momento in cui questo avviene, la vostra identità si è spostata dall’ego alla consapevolezza.
Significa che l’ego si sta restringendo e la consapevolezza sta crescendo. Se nel mezzo della negatività siete capaci di comprendere: “in questo momento sto creando sofferenza per me stesso”, questo sarà sufficiente per innalzarvi al di sopra delle limitazioni degli stati condizionanti dell’ego e delle reazioni.
Vi si schiuderanno infinite possibilità, le quali vengono a voi quando vi è la consapevolezza. Vie molto più intelligenti per rispondere a qualsiasi situazione. Sarete liberi di lasciare andare la vostra infelicità nel momento in cui riconoscerete la sua mancanza di intelligenza”.
Quando noi riconosciamo di essere in compagnia di un atteggiamento negativo, diventiamo consapevoli di quello che ci sta succedendo.
Finché non ho capito questa cosa, mi capitava di ritrovarmi spesso in uno stato negativo. Bastava un’incomprensione con un collega, con mio marito.
Poteva capitare che mi sentissi forzare su delle questioni e che io mi trincerassi dietro un muro pensando “Ma cosa vogliono da me? Perché devono insistere?” o viceversa, magari non mi sentivo considerata e quindi tiravo su un muro sperando che qualcuno venisse da me a chiedermi cosa avessi, rimettendomi al centro.
La maggior parte delle volte però i miei desideri sono stati frustrati perché gli altri non pensano come me, ognuno ha la sua storia e vede la vita dal proprio punto di vista, in base alle sue credenze o abitudini.
Ora invece, quando mi accorgo di essere di cattivo umore, mi fermo perché so che quello stato riguarda me e vado a vedere cosa mi aspetto da quell’atteggiamento di negatività.
Difficilmente ciò che mi aspetto si potrebbe realizzare e quindi a questo punto lascio andare o vado a cercare di comprendere profondamente che cosa si sta ripetendo, seguendo un vecchio schema mentale.
Cerco quindi di riaprirmi alla vita con un atteggiamento di positività. Non ci porta a niente stare nella negatività, se non alimentare l’ego che, spesso, abbiamo visto non consiglia il meglio per noi.
Alla prossima istantanea.