Desidero ancora parlare di Programmi Mentali perché è un tema complesso, nel libro “Il Potere del Cervello Quantico” di Italo Pentimalli e J. L. Marshall ci viene spiegato che esistono quattro fonti di programmazione mentale.
La prima fonte è la cultura. Pensiamo semplicemente a come ci siamo vestiti oggi. Sicuramente se vivessimo in India o in Tibet ci vestiremmo in modo differente, in base alle usanze di quelle culture.
Un altro esempio è come ci nutriamo: in Italia mangiamo in modo diverso rispetto agli americani o agli africani.
Queste differenze provengono dalle idee e usanze delle nostre differenti culture. Se siamo consapevoli eviteremo di dare giudizi assolutistici e, soprattutto, potremo cambiare idee e gusti nel caso ne sentissimo il bisogno.
La seconda fonte viene dai mass media, di cui potremmo parlare per ore, gli autori del libro fanno molti esempi in proposito: vediamo alcune delle dieci strategie di controllo delle masse attraverso i mass media.
Una strategia è “creare problemi e poi offrire soluzioni. Si crea un problema, una situazione prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare, come potrebbe essere lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati con lo scopo che il pubblico richieda lui le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà.
Un altro esempio potrebbe essere creare una crisi economica per fare accettare, come un male necessario, la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici”.
Esistono dei professionisti che creano delle strategie ad uso di persone che hanno potere decisionale.
“Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un cortocircuito sull’analisi razionale e sul senso critico dell’individuo. Per impiantare e iniettare idee e desideri, paure, timori, compulsioni, indurre comportamenti”. Credo che questo venga utilizzato molto dalla pubblicità.
Gli autori si chiedono come mai alcune notizie hanno una grande risonanza e altre molto meno. Citano un medico, Randy Schekman, che ha ritirato il suo premio Nobel nel 2013 dicendo: “Le principali riviste scientifiche danneggiano la scienza, distorcono il processo scientifico e rappresentano una tirannia che va spezzata”.
Queste che sono parole molto forti, sono state riportate da pochissime fonti d’informazione. Gli autori spiegano che le società scientifiche spesso sono le proprietarie di tali riviste, oppure sono quelle che comprano le maggiori pubblicità delle riviste.
Dove vi sono grossi investimenti economici vi possono essere informazioni manipolate. E’ importante per noi conoscere queste dinamiche e non prendere le nostre informazioni solo attraverso i mass media, che funzionano dietro lauti compensi.
La terza fonte di programmazione sono gli altri. “Quando mancano i modelli comportamentali, noi cerchiamo di utilizzare quello che vediamo intorno a noi. Imitare è quindi la prima fonte di apprendimento. In mancanza di un modello comportamentale conosciuto, tendiamo a ritenere valido il modello comportamentale assunto dalla maggior parte delle persone che ci circondano”.
I mass media tendono a renderci omogenei, dobbiamo stare attenti a non tradire il nostro sentire, solo per essere accettati negli standard che i mass media propongono.
La quarta fonte di programmazione siamo noi stessi. Gli autori evidenziano la nostra tendenza a giustificarci. Questo è stato il primo elemento che la mia psicoterapeuta mi ha fatto notare. Tendevo a giustificarmi spesso e volentieri. Come si dice predicavo bene e razzolavo male. Quando ci viene contestato il fatto che ci siamo espressi in un modo e poi ci siamo comportati all’opposto, spesso ci giustifichiamo.
Trovare delle giustificazioni al nostro agire è un comportamento che ci indebolisce, perché non andiamo a vedere il nostro conflitto, perché magari quello che ci siamo proposti di fare in realtà non è nelle nostre corde.
Cerchiamo di non giustificare sempre le nostre azioni e pensieri, proviamo ad essere il più possibile presenti e sinceri con noi stessi.
Alla prossima istantanea.