Spesso, inconsapevolmente, alimentiamo dei pensieri di preoccupazione.
Secondo Eckhart Tolle questo succede, in parte, perché non riusciamo a stare nel qui e ora e, in parte, perché abbiamo una sorta di attaccamento all’avere dei problemi, come se l’occuparci di problemi ci desse un senso d’identità.
A proposito di ciò, nel libro di Thich Nhat Hanh, “La pace è ogni respiro”, l’autore parla del fatto che spesso poniamo in essere un’attenzione inappropriata. Ovvero, quando riusciamo ad essere consapevoli nel qui e ora l’attenzione è appropriata, se invece ci soffermiamo a rimuginare su problemi ed eventi del passato o del futuro, essa è inappropriata.
“Esiste una consapevolezza giusta e una sbagliata. Sappiamo che la consapevolezza giusta è l’energia che può riportarci nel momento presente, in modo da riconoscere cosa sta accadendo. Sul versante opposto c’è la consapevolezza sbagliata, l’energia che ci spinge a soffermarci su un passato doloroso, a concentrarci e aggrapparci al dolore, alle preoccupazioni, alla sofferenza, alla paura, che sono gli elementi tossici della coscienza deposito”.
Avevo già parlato, nell’istantanea “I semi di Thich Nhat Hanh“, della coscienza deposito, dove sono raggruppati tutti i semi, come li definisce l’autore: i semi della gioia, della speranza, della fiducia, dell’amore, come quelli della paura, della rabbia, dell’intolleranza, della discriminazione, e di una coscienza nella quale viviamo il nostro presente.
Con i pensieri felici andiamo ad annaffiare i semi che ci portano felicità, con i pensieri infelici andiamo ad annaffiare i semi dell’infelicità, da cui si potrebbero sviluppare le piante velenose dell’emozioni negative che ci portano molto dolore.
Essere nella consapevolezza giusta
“Quando capite di essere rimasti preda di una storia negativa del passato, la consapevolezza giusta è già entrata in azione”.
Quando ci rendiamo conto che ci stiamo soffermando troppo spesso su pensieri dolorosi del passato o del futuro, siamo già nella consapevolezza giusta. L’autore prosegue facendoci un esempio:
“E’ come quando scattate una foto al vostro cane con la fotocamera, dal momento in cui premete il pulsante, l’immagine del cane viene registrata su una scheda di memoria che congelerà nel tempo questa immagine, mentre il cane continuerà a saltare e giocare, invecchiare.
Come l’immagine rimane fissa e immutabile, nella vostra coscienza deposito è come se ci fosse questa fotocamera. Quando siete a contatto con la vita reale, ciò che vedete, udite, toccate veramente, viene registrato dai vostri organi di senso, dando vita alle impressioni sensoriali.
Queste impressioni sono ancora relativamente vicine alla realtà, anche se potrebbero essere già state alterate, in qualche modo, dal contenuto della coscienza deposito. Il subconscio è pieno di immagini e potreste scoprirvi a richiamare alcune come una sorta di oggetto transazionale e di rifugio, anche se sono ricordi dolorosi”.
Quindi l’esperienza che stiamo facendo, se non rimaniamo consapevoli, potrebbe venire categorizzata dalla mente come un evento simile già accaduto in passato e ci ritroviamo a reagire automaticamente nello stesso identico modo, piuttosto che in modo originale, attingendo a nuove consapevolezze.
Essere nella giusta consapevolezza è essere presenti nel qui e ora, per fare esperienze e vivere intensamente e accorgersi subito se stiamo alimentando pensieri di paura per il futuro o di dolore per eventi passati.
Questo ci permette di non rimanere nello stagno dell’infelicità, richiamando situazioni dolorose, ma di vedere la possibilità di felicità sostituendo alla paura la fiducia in noi e nella vita.
Alla prossima istantanea.