In questo periodo sto notando una netta divisione nell’opinione pubblica riguardo all’apertura post lockdown per il Covid-19, ovvero tra chi ha paura dell’epidemia e vorrebbe una maggiore chiusura e chi sta invece magari soffrendo di problemi economici dovuti alla chiusura e vorrebbe maggiore libertà.
Ho anch’io delle opinioni in merito, ma mi rendo conto che anche nei confronti di questo tema le opinioni possono diventare attaccamenti dell’ego.
Infatti ci sono persone più preoccupate dal punto di vista dell’economia, che lo sono meno del virus e sposano delle tesi e altri che sono più fragili sulle paure riguardanti la salute, magari per i genitori anziani, che portano avanti altre istanze. In tutti e due i casi si possono avere degli attaccamenti a certe situazioni.
Nel libro di Eckhart Tolle “Tutt’uno con la vita” possiamo leggere:
“un giorno sarò libero dall’ego, mi risveglierò. Chi sta parlando? L’ego. Liberarsi dall’ego non è un grosso lavoro ma un lavoro molto piccolo. Tutto quello che dovete fare è essere consapevoli dei vostri pensieri ed emozioni nel momento in cui accadono.
Questo non è realmente un fare, ma un vigile vedere, in questo senso è vero che non c’è nulla che potete fare per liberarvi dall’ego. Quando avviene questo cambiamento che implica uno spostamento dal pensiero alla consapevolezza, un’intelligenza molto più grande dell’abilità dell’ego, inizia ad operare nella nostra vita”.
Nel momento in cui ci sentiamo affaticati nel tenere una posizione e possiamo ritrovarci in contrasto con qualcun altro, diventiamo consapevoli di quello che stiamo provando.
In quel preciso momento abbiamo la possibilità di lasciare andare.
Se siamo in grado di vedere che abbiamo degli attaccamenti, che siamo nell’ego, nel momento in cui lo vediamo abbiamo una buona possibilità di liberarcene.
Questo è un lavoro che cerco di fare quotidianamente, con fatica e a volte a posteriori, nel senso che magari faccio la discussione e poi mi dico che potevo evitarmela perché era solo attaccamento all’ego.
Non cercare la verità, smetti di nutrire le opinioni
Tolle ci fa un esempio: “voi non diventate buoni cercando di essere buoni ma cercando il buono che è in voi e permettendo che questo buono emerga. Ma questo può emergere solo se qualcosa di fondamentale cambia nel vostro stato di coscienza”.
Mi sono preoccupata per tantissimo tempo di essere buona e ancora me ne preoccupo, perché l’ego mi tiene compagnia, ma quando sento la fatica, allora me ne accorgo.
A proposito Tolle scrive: “nello zen si dice non cercare la verità, smetti solamente di nutrire le opinioni. Cosa significa? Lascia andare le identificazioni con la mente, allora chi siete voi, al di là della mente emerge da solo”.
Effettivamente quando riesco a lasciare andare le opinioni e i giudizi sento un senso di leggerezza.
Tolle prosegue: “una parte essenziale del risveglio è il riconoscimento di quel voi che non è risvegliato. L’ego che pensa, parla, agisce. Nel momento in cui riconoscete in voi l’inconsapevolezza, quello che rende possibile il riconoscimento è proprio la consapevolezza emergente, quello è il risveglio. Non potete lottare contro l’ego e vincere, allo stesso modo in cui non potete lottare contro l’oscurità. La luce della coscienza è tutto quello di cui c’è bisogno. Voi siete quella luce”.
Proviamo a liberarci dalle identificazioni, perché ci possono creare sofferenza, come quando ci preoccupiamo di non essere abbastanza considerati nei vari aspetti della nostra vita, vediamo che il malessere non arriva dagli altri, ma dalle nostre identificazioni.
E’ un lavoro complesso, da fare quotidianamente, ma che ci aiuta a “mollare” e a sentirci più leggeri.
Alla prossima istantanea