L’umiltà è una virtù quando ci aiuta a riconoscere i nostri limiti e ci impedisce di essere arroganti o superbi, a volte però pensare di dover essere umili ci limita nel seguire le nostre passioni.
E’ come se pensassimo di non meritarci di vivere le situazioni che sognamo: diventare cantanti, ballerini, scrittori, qualcosa che esula dalla maggior parte dei lavori comuni.
Potremmo pensare di non essere all’altezza, che dobbiamo “volare basso” e così a volte ci viene detto.
Nell’anno in cui mi iscrissi alla facoltà di psicologia, c’erano più di tremila aspiranti e mio papà, uomo pratico, mi suggerì di fare un corso che potessi utilizzare per lavorare nell’agenzia di assicurazione di famiglia.
L’unico corso che a me interessava, però, era quello di psicologia e quindi mi iscrissi lo stesso.
Riuscii ad entrare e mi laureai pensando che, probabilmente, mi sarei dovuta mantenere facendo la commessa e che solo in un secondo momento, forse sarei riuscita ad aprire uno studio privato.
Vedevo la professione di psicologa per pochi e noi laureati eravamo tantissimi.
In realtà, dopo aver fatto il tirocinio in un Ambulatorio per le Dipendenze, ci fu l’occasione di partecipare ad un bando per un contratto a tempo determinato.
Quando la passione supera i limiti mentali
A meno di un anno dopo l’esame di stato, lavoravo come psicologa in Asl, avevo aperto un mio studio privato e lavoravo moltissimo.
La mia mente, piena di pregiudizi e paure di non farcela, mi prospettava un futuro in cui avrei fatto fatica a trovare lavoro da psicologa, ma la mia passione era più forte e ha favorito la possibilità di realizzarmi.
In questi ultimi mesi mi è successa una cosa simile: circa due anni fa ho pensato che avrei voluto scrivere un libro di crescita personale, utilizzando alcuni spunti di questo blog.
Subito ho sentito una vocina che mi spiegava che non c’era bisogno del mio libro, che le cose che avrei scritto le avevano già dette in qualche modo gli autori da cui traggo ispirazione nel blog.
Mi sembrava che questa voce mi dicesse che dovevo essere umile, “di non montarmi la testa”, ma in realtà chiunque abbia voglia di comunicare e raccontare dei suoi vissuti può scrivere un libro.
A gennaio mi sono resa conto che quella voce non arrivava dal dover essere umile, ma era una voce dell’Ego, la mia parte che aveva paura di esporsi, di ricevere critiche, quindi era meglio stare nella mia confort zone.
Quando ho capito chiaramente che questa voce ostacolava questa mia spinta interiore, ho deciso di buttarmi a scrivere il libro che avevo in testa.
Non so se questo libro piacerà o meno, ma già mi è stato utile a smascherare una faccia dell’Ego.
Ogni volta che smascheriamo il nostro Ego, possiamo sempre più sentirci liberi, a nostro agio con noi stessi e potremo realizzare i nostri sogni.
Alla prossima istantanea.