“Se non vi impegnaste troppo ad essere infelici, sareste felici”.
Questa frase un po’ provocatoria, tratta dal libro di Anthony De Mello: “Messaggio per un pesciolino che ha sempre sete”, ci può far riflettere sul fatto che mentre desideriamo tanto essere felici, in realtà spendiamo tanta energia per non esserlo.
Questo perché mettiamo molto impegno nell’andare dietro a pensieri abitudinari, carichi di preoccupazione, che ci creano tanto malessere e che non riusciamo a lasciare andare.
Basta, ad esempio, accendere la televisione per vedere come viene considerato normale ascoltare continuamente notizie drammatiche.
Fino a qualche tempo fa non ero consapevole di quanto anch’io fossi assorbita da pensieri di preoccupazione, in quanto già da bambina ascoltavo dialogare in quei termini, sia in famiglia, che in TV.
Ora, quando mi accorgo di quei pensieri, porto l’attenzione al presente e mi concentro su ciò che ho, perché la preoccupazione riguarda qualcosa che non è reale in quel momento, ma è solo una proiezione, un mio vecchio modo di pensare.
Ascoltiamo la nostra preoccupazione, ma portando l’attenzione al respiro, al nostro qui e ora, focalizziamoci sul presente, sui nostri comfort e realizziamo che la sofferenza è legata al pensiero di qualcosa di immaginario che magari non succederà mai.
Se in quel momento non possiamo fare nulla per ciò che ci preoccupa nel futuro, quel pensiero non ci è più utile, quindi lasciamolo andare, perché nel momento in cui cerchiamo soluzioni alle preoccupazioni, tratteniamo e diamo energia a qualcosa di non controllabile.
Jung diceva: “Ciò a cui opponi resistenza, persiste”
E’ importante ascoltare il sentimento di preoccupazione, accoglierlo, accettarlo e non fare resistenza, per non dargli energia.
Potremo così trasformarlo in energia gioiosa per goderci tutto ciò che c’è nel nostro presente.
Alla prossima istantanea.
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