Ti sei mai chiesto come sarebbe la tua vita se non avessi la preoccupazione di fare tutto in modo perfetto?
Quante cose faresti di più? Magari qualcosa che ora ti trattieni dall’intraprendere?
A volte ci tratteniamo nell’esprimerci o nel fare un’esperienza a causa del timore di non raggiungere la perfezione che ci siamo messi in testa.
La perfezione è un’idealizzazione, pertanto non esiste nel modo in cui la intendiamo generalmente. E’ qualcosa che abbiamo idealizzato nella nostra mente, ma non è roba nostra. E’ un condizionamento che proviene dalla nostra cultura, dalla famiglia, è un’illusione con cui ci paragoniamo e ci valutiamo.
Ho conosciuto persone di successo che andavano in ansia ogni volta che stava per essere pubblicato un loro nuovo progetto. Questo potrebbe stupirci: abbiamo l’idea che chi ha già avuto successo non debba temere che un suo progetto possa venire accolto male dal suo pubblico.
L’idea di dover essere perfetti, quindi, ancora di più crea delle difficoltà a chi il successo non l’ha ancora avuto.
Ma ognuno di noi, da bambino, ha imparato a camminare a piccoli passi, cadendo e rialzandosi e ci ha messo un po’ a camminare in modo “perfetto”.
Abbiamo trasgredito alle regole e alle raccomandazioni dei nostri genitori, pur di fare l’esperienza.
Ci siamo scottati le dita toccando la stufa accesa, nonostante ci sia stato detto che non si doveva fare.
Abbiamo bisogno dell’esperienza per apprendere cose nuove, anche di noi stessi, e ogni qualvolta abbiamo il desiderio di cimentarci in una nuova attività, non dovremmo permettere al nostro giudizio di tenerci bloccati.
Il timore di venire criticati può far parte del nostro bagaglio di emozioni, che possiamo imparare a ridimensionare, non lasciandocene condizionare al punto di dover rinunciare a qualcosa di bello per via delle nostre paure.
Alla prossima istantanea