Essere testimone dei nostri pensieri è importante, perché possiamo osservare quello che stiamo vivendo realmente e non tramite inferenze del passato. A volte fraintendiamo in base alle esperienze passate. Arriva uno stimolo nella realtà di quel momento lì e noi cerchiamo subito di dargli una interpretazione.
Lo facciamo andando a vedere nel nostro passato, se c’è già stata una condizione di questo genere.
Questo nuovo stimolo è differente, ma il volerlo avvicinare all’esperienza del nostro passato, ce lo fa fraintendere e, soprattutto in queste situazioni, spesso il fraintendimento è anche con le altre persone, che lo analizzano in un altro modo.
Giudicare il presente con gli occhi del passato
Eckhart Tolle ci aiuta a capire la presenza di questa voce interna. “Noi vediamo e giudichiamo il presente con gli occhi del passato e ne abbiamo una visione completamente distorta. Spesso questa voce è il nostro peggior nemico.
La buona notizia è che puoi liberarti dalla mente, puoi fare il primo passo proprio ora, iniziando ad ascoltare quella voce tutte le volte che puoi, in particolar modo, presta attenzione eventualmente agli schemi di pensiero ricorrenti, a quei vecchi dischi da grammofono che ti suonano in testa da anni. Questo è il modo di osservare la parte di te che pensa. Ascoltala con imparzialità e non giudicarla, non esprimere giudizi e condanne per ciò che senti, perché farlo significherebbe far rientrare quella voce dalla porta di servizio”.
Vi propongo questo esercizio che ho preso da una lettura di Mark Williams e Danny Penman.
Mario si dirigeva verso la scuola.
Era preoccupato per la lezione di matematica.
Non era sicuro di riuscire a controllare di nuovo la classe, oggi.
Ciò non rientrava fra i compiti di un bidello.
Avrete notato che, leggendo queste frasi abbiamo aggiornato continuamente la nostra visione della scena. All’inizio abbiamo visto un bambino che si affrettava ad andare a scuola preoccupato per la lezione di matematica; poi il bambino si trasformava in un insegnante e infine in un bidello.
Questo esempio ci illustra come la mente lavori di continuo “dietro le quinte” a fabbricarsi, meglio che può, un’immagine del mondo. Non vediamo mai la scena in dettaglio fotografico, piuttosto facciamo deduzioni in base ai dati che ci vengono forniti. La nostra mente elabora i particolari giudicandoli, adattandoli a esperienze del passato, anticipando come saranno in futuro, attribuendo loro significati.
Il tuo mondo ricostruito dalla mente
Tale processo ci accompagna sempre: quando leggiamo una rivista, quando chiamiamo alla mente un ricordo o ci impegniamo in una conversazione. Il risultato è che gli avvenimenti visti con gli occhi della mente, possono finire per essere terribilmente diversi da una persona all’altra e da qualunque “realtà oggettiva”: noi non vediamo il mondo com’è, lo vediamo come siamo noi.
Siamo sempre lì a fare congetture senza quasi esserne coscienti.
La nostra interpretazione personale del mondo determina quasi completamente il nostro modo di reagire. Pensiamo che sia stata la situazione in sé a far nascere in noi quei sentimenti e quelle emozioni, mentre di fatto è stata la nostra interpretazione della scena.
Il continuo commento che la mente fa sul mondo è come un pettegolezzo: potrebbe essere vera, potrebbe esserlo sono in parte, o potrebbe essere del tutto falsa. Purtroppo la mente, una volta che ha cominciato a costruirsi un modello del mondo, trova difficilissimo scoprire la differenza tra fatti e invenzioni.
Ascoltare il proprio giudice interno: quando la mente critica
Prendiamo per esempio la tendenza all’autocritica: quando ci sentiamo stressati ascoltiamo solo il nostro giudice interno. Se si fanno avanti risposte alternative rispetto quei pensieri così inquietanti, non ci crediamo, perché la carica emotiva che sta a monte di quei pensieri è così potente da sopraffare totalmente la logica.
Invece di apporre alle voci della mente il pensiero logico positivo, è meglio limitarci a osservare i pensieri. Con il tempo con la pratica di consapevolezza possiamo imparare a notarli, riconoscerne la presenza e lasciarli andare.
Alla prossima istantanea.