In questi giorni parlavo con un’amica cinquantenne, che si preoccupava delle rughe e dei segni dell’invecchiamento. Trovo che questa preoccupazione sia più diffusa in questo periodo storico, rispetto ad altri momenti del passato.
Dobbiamo perennemente essere in forma, soprattutto per la nostra generazione, prestanti, giovani e belli. Ho già parlato di come è diffusa in questo momento la chirurgia estetica.
Alla mia amica, in risposta, ho detto di non stare a pensarci troppo, perché noi siamo “anime in viaggio” e le ho spiegato da dove deriva questa mia convinzione.
Se mi hai seguito in questi mesi, sai che mi sono appassionata alla lettura sulle esperienze di premorte e dei libri dello psichiatra Brian Weiss sull’ipnosi regressiva, tanto da giungere a pensare che noi siamo anime in viaggio.
Nel libro di Anita Moorjani, “Morendo ho ritrovato me stessa”, l’autrice spiega che, pur essendo in coma, riesce a sentire tutto quello che i medici dicono e a vedere ciò che le infermiere fanno al suo corpo, ma contemporaneamente sente di trovarsi anche in un’altra dimensione.
Oltre i limiti spazio temporali
“Continuavo anche a sentirmi espandere verso l’esterno, lontano dalla realtà materiale che mi circondava. Era come se non fossi più costretta dai limiti spazio temporali e mi espandevo fino ad occupare uno spazio di coscienza più vasto.
Provai una sensazione di affrancamento e di libertà, che non avevo mai vissuto prima. Sebbene non stessi più usando i cinque sensi, godevo di una percezione illimitata, come se avessi un senso nuovo a mia disposizione, molto più elevato rispetto alle normali facoltà.
La mia visione periferica spaziava di 360 gradi, avevo una consapevolezza totale di quello che mi circondava. Anche il tempo aveva un aspetto diverso in quella dimensione e sentivo ogni cosa contemporaneamente.
Ero simultaneamente consapevole di tutto ciò che mi circondava, il passato, il presente, il futuro. Ero consapevole delle vite passate che si erano chiuse.
In altre parole, il tempo non procedeva nel modo lineare a cui siamo abituati sulla terra. E’ come se la nostra mente terrena convertisse in sequenze, ciò che avviene attorno a noi. Ma in realtà quando siamo fuori dalla dimensione terrena, tutto avviene simultaneamente, che si tratti di passato, presente o di futuro”.
Dopo queste nuove conoscenze, ora credo che l’invecchiamento e la morte, riguardino solamente il nostro corpo e che abbiamo a proposito una visione limitante.
Quando pensiamo all’invecchiamento, raramente pensiamo alla bellezza del diventare saggi, siamo solo preoccupati del nostro aspetto fisico, che gli altri possano vedere i segni del tempo su di noi e questa preoccupazione ci rende fragili e insicuri. Gli altri in realtà ci vedono come noi ci viviamo.
Facciamo un lavoro di consapevolezza, cambiamo questa idea che invecchiare sia un limite. Abbandoniamo il pensiero: “Se invecchio nessuno più mi vuole, non sarò più utile e attraente”. Se facciamo questo passo, quello che diamo a noi stessi lo potremo dare agli altri.
Se diventiamo il nostro punto di riferimento, potremo esserlo per gli altri, potremo trasmettere la nostra saggezza anche alle persone più giovani, diventando una risorsa e un punto di riferimento per essi.
Anch’io sono consapevole del mio invecchiamento fisico, ma le mie rughe rappresentano anche il viaggio che ho fatto fino ad ora, il mio cammino di crescita, l’aver acquisito esperienze nutrienti che spero possano essere utili anche agli altri.
Alla prossima istantanea.