Il senso di colpa è un sentimento che spesso ci pervade. Nasce con l’educazione, quando ci viene insegnato che cosa è bene e cosa è male. Inoltre, chi cresce con una educazione cattolica, sente parlare molto di perdono e di peccato.
Questo insegnamento, che può essere utile in alcuni adulti o in certi momenti della nostra vita, può diventare troppo pervasivo a volte, cosicché non capiamo se facciamo alcune cose perché desideriamo farle o per non sentirci in colpa.
Il senso di colpa è utile nelle nostre relazioni?
Dopo i vent’anni, generalmente, si dovrebbe essere in grado di capire se i nostri comportamenti possono recare un danno agli altri o meno e, in condizioni normali, non si vuol fare del male agli altri intenzionalmente.
Prendo spunto dal libro “La cura delle infanzie infelici” del prof. Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta, oltre che mio stimato professore, per fare un esempio di come si può formare una personalità sadica:
“con il bambino i genitori e gli altri adulti significativi si comportano in modo non curante, non lo vedono, fanno come se lui non ci fosse e, occasionalmente o spesso, sono violenti con questo bambino. L’esperienza soggettiva del bambino è dominata dalla paura e si esprime in passività e in tendenza all’isolamento”
Un bambino trattato in questo modo diventerà un adulto antisociale e quindi una persona che difficilmente si comporta in modo responsabile e si preoccupa per gli altri. In lui vi sarà mancanza del senso di colpa e di rimorso, se commetterà azioni che possono nuocere agli altri.
A proposito del comportamento dell’antisociale da adulto, il professore scrive:
“Ignora e non riconosce la sofferenza dell’altro e può attaccarli in modo sproporzionato rispetto alla situazione”.
Quando ragiono con i miei pazienti sul loro senso di colpa, faccio notare che possono essere consapevoli se sono sadici o degli antisociali, quindi se non lo sono, difficilmente faranno del male ad un’altra persona in modo superficiale.
Come liberarci del senso di colpa
La mia psicoterapeuta, dott.sa Mariangela Abrigo, a proposito del senso di colpa, mi aveva dato il compito di trasformarlo in rabbia.
Il compito del trasformare in rabbia il senso di colpa, serve per potercene liberare.
Se siamo consapevoli che mai priveremmo l’altro della sua libertà e quindi che mai ruberemmo, uccideremmo e non saremmo violenti verbalmente e fisicamente, potremo ragionevolmente essere esenti dal soffrire di senso di colpa.
Come mai invece ne soffriamo quasi costantemente?
Nel tempo mi sono accorta che il mio senso di colpa coincideva col fatto che i miei desideri non combaciassero con quelli della persona vicina a me e con le sue aspettative.
A volte le persone vicino a noi hanno delle richieste, magari pretendono da noi delle cose, senza magari esserne nemmeno consapevoli.
Ci colpevolizzano se non vogliamo condividere il loro pensiero o azione. Oppure noi pensiamo di fare un’offesa nei loro confronti, se non ci comportiamo nel modo che si aspettano.
Se sentiamo di rifiutare una proposta e poi però ci sentiamo in colpa, stiamo in ascolto e cerchiamo di sottrarci al gioco in cui l’altro cerca di portarci. L’altro non sta magari accettando il nostro sentire, ma è fondamentale che siamo noi stessi ad accettarlo.
Penso non sia facile in poche righe parlare di un tema così grande, questa è solo una piccola riflessione su quanto è importante essere consapevoli del nostro sentire, più lo siamo e meno soffriremo di senso di colpa o di inadeguatezza.
Alla prossima istantanea.