Vivere nell’accettazione significa praticare “la resa”, che vuol dire arrendersi a ciò che è, cioè accettare la nostra impotenza verso alcuni accadimenti della vita.
Nel libro “Il potere di adesso” Eckhart Tolle descrive la resa con queste parole:
“Per alcuni arrendersi può avere connotazioni negative e implicare la sconfitta, la rinuncia. Il non essere all’altezza delle prove della vita, l’apatia e così via.
Il vero arrendersi però è qualcosa di completamente diverso, non significa sopportare passivamente la situazione in cui ci si trova e non fare niente in proposito, né vuol dire smettere di fare progetti o intraprendere azioni positive.
Arrendersi racchiude la saggezza semplice, ma profonda, di lasciarsi andare invece che opporsi al flusso della vita”.
Stiamo con quello che c’è.
“L’unico punto in cui puoi fare esperienza della vita è adesso, perciò arrendersi vuol dire accettare il presente incondizionatamente, senza riserve.
Vuol dire abbassare la resistenza interiore a ciò che esiste”.
Il non accettare è dovuto al giudizio mentale, alla negatività emotiva. Mi oppongo al mio presente e non voglio accettare una situazione che mi sta succedendo, che si sta verificando nel mio presente, in quel momento lì.
“Il dolore arriva da questo: quando le cose si mettono male e si crea un divario tra esigenze e le rigide aspettative della mente a ciò che esiste.
Se hai una certa età ormai avrai capito che le cose vanno storte piuttosto spesso e proprio in questi momenti che bisogna arrendersi se si vuole eliminare la sofferenza della propria vita.
Accettare le cose come sono, ci libera immediatamente dall’identificazione con la mente e ci riconnette con il nostro essere”.
La resistenza e la non accettazione sono date dalla mente. Siamo portati ad accettare quello che c’è, ma la nostra mente che vive nell’idealizzazione e nell’aspettativa, non lo vuole accettare e crea il conflitto che porta alla sofferenza.
Lasciamoci andare nel flusso della vita
“Arrendersi è un fenomeno puramente interiore, non significa che a livello esteriore tu non possa agire e cambiare la situazione. Infatti non è la condizione generale che devi accettare quando ti arrendi, ma solo il piccolo segmento chiamato adesso”.
Se hai un contrattempo, non vuol dire che non puoi agire nella realtà per ovviare ad esso, però se quel contrattempo è arrivato in quel momento lì, l’unico modo per non soffrire è accettarlo.
Se iniziamo a dire che non doveva capitare a me, che ero già di fretta, che questo impedimento non ci voleva, uso molte energie, le spreco stando nel malessere.
Se invece riesco a non andare nel reattivo, a stare con quello che c’è, sarò pronto ad accogliere un’idea creativa che mi aiuterà a modificare la situazione a mio favore.
Tolle ci indica una metafora scrivendo:
“se accetti le cose così come sono, in questo momento, poi agisci e fai il possibile per uscire dal fango. Solo le azioni positive sono molto più efficaci di quelle negative che sollevano la rabbia, la disperazione, o la frustrazione.
Finché non ottieni il risultato desiderato continua a praticare la resa, astenendoti dall’etichettare quello che ti sta succedendo in quel momento. Non solo la tua forma psicologica ma anche quella fisica, il corpo, diventa dura e rigida con la resistenza, nascono tensioni in diverse parti dell’organismo e il corpo intero si contrae.
Il libero flusso di energia, fondamentale per il suo corretto funzionamento viene compromesso. Il lavoro sul corpo e certe forme di fisioterapia possono essere utili per ristabilire il flusso, ma se non pratichi la resa nella tua vita quotidiana, queste cose potranno cambiare soltanto temporaneamente i sintomi, perché la causa, cioè lo schema di resistenza, non è stata dissolta”.
Cerchiamo di capire quindi che, se stiamo nella condizione di non accettazione, di resistenza mentale a quello che ci sta capitando in quel momento, in realtà ci arrechiamo più danno.
Impariamo invece ad essere dalla nostra parte, a non tradire mai noi stessi.
Proviamo a stare nell’accettazione, a praticare “la resa”, anche nelle situazioni meno piacevoli e cerchiamo una soluzione creativa per ristabilire una condizione a noi più gradita.
Alla prossima istantanea