Un tema che affronterò spesso in questo blog è quello dell’amare se stessi.
Finché non sono andata in psicoterapia, non mi sono mai posta la domanda se e quanto mi amavo. La mia psicoterapeuta si rese subito conto che ero una persona molto compiacente e fin dalle prime sedute mi diede un compito per me difficilissimo.
Dovevo dire un no tutti i giorni, fino al nostro prossimo incontro.
Logicamente un no per qualche cosa che non gradivo tanto fare.
Per me fu difficilissimo, perché dovevo dire di no alle richieste che qualcuno mi faceva, alle quali fino a quel giorno avevo detto sempre sì.
Il mio problema era che temevo che se avessi detto dei no, non sarei stata amabile.
Il risultato fu che inizialmente mi sentivo molto in colpa, però devo dire che, verso la fine della settimana, ho iniziato a sentire anche un senso di sollievo per non aver fatto delle attività che non gradivo particolarmente, ma che facevo solo per accontentare chi me lo chiedeva.
Il cammino per scoprire l’amore verso se stessi
Da lì è iniziato questo lungo cammino verso la ricerca di me stessa e il cercare di capire veramente cosa desideravo.
È fondamentale che ognuno di noi capisca in quale direzione vuole andare e che cosa desidera, ma questo si può solo fare giorno per giorno, portando un’attenzione particolare a noi stessi.
In quella fase della mia vita, sono stata davvero una persona molto compiacente, che cercava di non creare problemi agli altri, ma in fondo non ero felice, nel mio profondo non c’era gioia.
Adesso invece, proprio perché cerco di porre l’attenzione veramente a quello che desidero e cerco di realizzarlo, provo molta gioia e felicità.
Quando sei in compagnia di qualcuno che è veramente soddisfatto di se stesso, che si ama, il contatto è di solito con una persona gioiosa, e quindi molto piacevole.
Diversa sensazione si prova quando si frequenta qualcuno che è molto disponibile, ma magari è triste e lamentoso perché dedica veramente poco del suo tempo a se stesso.
Il rischio che si corre in questi casi, se non si diventa consapevoli di questa dinamica, è quello di attirare a noi persone molto richiedenti, siano amici, colleghi o partner, ma anche familiari, a cui non riusciamo a dire dei no. All’inizio di queste relazioni esaudiamo tutti i loro desideri con gioia, anzi magari anche anticipandoli, nell’aspettativa di chissà quali riconoscimenti.
Aspettative che andranno spesso deluse perché, come nel rapporto cicala/formica, ognuno interpreta il suo ruolo inconsapevolmente e non riesce ad uscire dal proprio schema, se non intraprende un percorso di conoscenza di se stesso.
Alla prossima istantanea