Nella scorsa istantanea vi ho parlato di come lo stress non ci sia di aiuto nel percorso per raggiungere la felicità. Questa società ci offre molti stimoli, ma ci chiede anche molte competenze, spesso ci ritroviamo stanchi perché ricopriamo molti ruoli.
In tutto questo ci ritagliamo pochi momenti di riflessione per rigenerare le nostre energie e consapevolezze.
Fin dall’infanzia si praticano vari sport e attività extrascolastiche, corsi musicali, ecc. Tutte esperienze belle e nutrienti, ma che per alcuni di noi possono diventare faticose, perché magari spinti dal desiderio di primeggiare, con la speranza di ricevere gratificazioni e di essere finalmente amati.
Questo atteggiamento, se persiste nella nostra modalità di affrontare la vita, può crearci molto stress.
Anita Moorjani nel suo libro “Morendo ho ritrovato me stessa”, racconta di aver capito, mentre era in coma, che lei meritava l’amore solo perché esisteva.
In quello stato riusciva a percepire tutto quello che dicevano e facevano i medici e gli infermieri attorno a lei, ma nello stesso tempo, grazie a questa “consapevolezza espansa”, riusciva a fare esperienza di se stessa “nell’altra dimensione”, riuscendo a visualizzare tutta la sua vita fino a quel momento.
“Guardo il mio percorso esistenziale, perché mai sono stata così dura con me stessa? Perché mi davo sempre addosso? Perché gettavo la spugna? Perché non prendevo mai le mie difese, mostrando al mondo la bellezza della mia anima?
Perché reprimevo la mia intelligenza e la mia creatività per compiacere gli altri? Ho tradito me stessa tutte le volte che ho detto di sì quando avrei voluto dire di no. Perché ho violato me stessa con il costante bisogno dell’approvazione degli altri? Perché non ce ne rendiamo conto quando siamo ancora nel corpo fisico?
Continuavo a sentirmi avviluppata da un oceano di amore incondizionato e di accettazione, mi rendevo conto che già solo il fatto di esistere mi faceva meritevole di questa dolce accettazione, piuttosto che del giudizio.
Non dovevo fare niente di speciale, meritavo di essere amata per il solo fatto di stare al mondo, niente di più, niente di meno. Questa fu una rivelazione, alquanto sorprendente per me, perché avevo sempre pensato di dover fare qualcosa per meritare l’amore degli altri.
Credevo di dover essere degna e meritevole delle cure che ricevevo.
Sono amata incondizionatamente per nessuna altra ragione se non per quella di esistere”.
Anita Moorjani fa questa scoperta grandiosa ed è come se, improvvisamente, si svegliasse e si rendesse conto di avere vissuto, per la quasi totalità della sua vita, alla ricerca dell’essere amata.
Trascorreva le sue giornate a prendersi cura del marito, del lavoro, degli amici, come se quella fosse l’unica strada per percepire dell’amore. Nella dimensione in cui si trova, scopre che l’amore per lei c’è semplicemente perché esiste. E’ un amore innato per cui non si deve lottare quotidianamente per conquistarlo.
Questa consapevolezza la percepisco da quando medito e riesco a connettermi con la mia parte più profonda. Quando ho delle preoccupazioni, mi accorgo che dopo la meditazione riesco a mollare la paura di non essere adeguata.
La meditazione mi aiuta a lasciare l’attaccamento sull’essere ben vista e accolta dagli altri nelle varie situazioni. Dagli amici, dal capo, da mio marito, da quelli che in quel momento non la pensano come me. I ruoli della buona amica, della brava professionista e della buona moglie, se non mantengo alta l’attenzione, mi condizionano nelle mie scelte e diventano prioritari di fronte alle istanze e necessità più profonde e vitali per me.
Cerchiamo di abbandonare tutti questi status che ci tolgono energia, ricordiamoci sempre che noi siamo meritevoli di tutto l’amore possibile, semplicemente perché esistiamo. Connettiamoci di più con quello che sentiamo, prendiamoci degli spazi per ascoltarci, per provare uno stato di calma e di serenità, dai cui scaturiranno molti momenti di felicità.
Alla prossima istantanea