Oggi continuo il discorso sulla rabbia, riprendendo le parole di Brian Weiss, dal libro “Messaggi dai maestri”.
Weiss dice che la rabbia è spesso dovuta alla paura di non essere considerati, di non essere all’altezza e che questo atteggiamento proviene in parte dalla nostra infanzia.
Fin dai nostri primi passi siamo stati guidati, a volte sgridati, le nostre figure di riferimento ci hanno mostrato in qualche modo la strada. Questi insegnamenti da una parte sono stati utili alla nostra crescita, dall’altra hanno contribuito a creare delle aspettative in noi, alla costruzione di un’idealizzazione del nostro io.
Quando ci comportiamo in un modo diverso dall’ideale che abbiamo di noi stessi, proviamo rabbia, ma questa rabbia spesso non sappiamo bene da dove arriva e la cosa che ci viene più facile da fare è incolpare gli altri, giudicandoli.
Inoltre subiamo la rabbia degli altri quando non corrispondiamo alle loro aspettative.
La rabbia e i danni organici
Weiss scrive inoltre che la rabbia è molto dannosa per il nostro corpo:
“Quando siamo adirati generiamo nel nostro corpo sostanze chimiche nocive che danneggiano la parete interna dello stomaco, la pressione del sangue, i vasi sanguigni del cuore e della testa, le ghiandole endocrine e il sistema immunitario e così via. Se riusciamo ad individuare la causa della nostra rabbia e a porvi rimedio staremo molto meglio”.
Anche Brian Weiss afferma che l’unico modo per neutralizzare gli stati di rabbia è essere consapevoli del perché ci ritroviamo ad essere arrabbiati.
Attribuiamo la responsabilità della nostra rabbia agli altri, ma in realtà ci arrabbiamo perché qualcosa non va come ci aspettavamo o è distante dalla nostra idealizzazione.
Quindi quando gli altri agiscono in modo diverso da come ci aspettiamo, ci arrabbiamo, ma la causa è da ricercare nelle nostre aspettative sul comportamento degli altri.
Se viviamo molto tempo nella rabbia, ci procuriamo danni alla salute, anche se Weiss aggiunge: “spesso noi perseveriamo nel voler restare attaccati a questa rabbia, malgrado le conseguenze fisiche ed emotive”.
L’immagine buona dei personaggi arrabbiati
I nostri media danno una buona immagine delle persone arrabbiate, proponendole come modelli di ruolo. Come ad esempio Rambo, che era sempre arrabbiato e poco sorridente e così per tanti altri personaggi famosi.
La loro rabbia è genericamente dipinta come un sentimento giusto perché motivato, in qualche modo è stato fatto loro un torto e dunque è lecito che siano furiosi, e persino che uccidano per un buon motivo. Questo ritratto è un grande danno per noi.
La collera dovrebbe essere non incoraggiata. La rabbia ci incoraggia a proiettare le nostre paure nell’altro e causa violenze, guerre e incredibili sofferenze. Ci distrugge tanto dall’interno quanto dall’esterno, sia con le nostre secrezione chimiche ormonali sia con una pallottola”.
Ricordiamoci che purtroppo in America c’è un diffuso uso di armi. Brian Weiss suggerisce di rimanere il meno possibile nella rabbia, utilizzando la comprensione e l’amore, che la dissolvono.
Facendo l’analisi dei suoi momenti di rabbia, Weiss ha compreso che essi sono correlati a momenti di stress, ad esempio, quando ha diversi appuntamenti ravvicinati si rende conto di essere più rabbioso rispetto a quando è in vacanza, momento in cui se anche si verifica un imprevisto, riesce a reagire meglio.
Mi rispecchio totalmente in queste sue descrizioni, quando vedo al mattino l’agenda colma di appuntamenti mi innervosisco maggiormente, la stessa cosa vale per il traffico, se sto andando al lavoro piuttosto a se sto tornando a casa, che sono più calma.
Nel mio caso, invece di percepire gli altri come “quelli che non vanno avanti”, posso prendermi la responsabilità del mio essere in ritardo, partire da casa con largo anticipo e mettere meno appuntamenti nella giornata.
Assumerci la responsabilità del nostro comportamento ci dà la possibilità di cambiare.
Noi non siamo vittime degli altri, possiamo scegliere con piccoli nostri stratagemmi come fluire con quello che ci capita senza porre troppe resistenze.
Alla prossima istantanea.