Nel libro “Il Potere del Cervello Quantico” di Italo Pentimalli e J. L. Marshall, possiamo leggere queste riflessioni:
“quando nasciamo il nostro cervello è quasi privo di informazioni, ma fin da subito iniziamo a collezionare informazioni che poi tradurremo in comportamenti e azioni.
Acquisiamo prima di tutto informazioni di base che in seguito, collaborando fra loro, danno vita a concetti più complessi che definiamo Programmi Mentali.
Il cervello è paragonabile ad un circuito elettrico, ogni volta che noi impariamo qualcosa, principalmente per ripetizione o per emozione, i neuroni si collegano fra loro creando le sinapsi, veri e propri circuiti elettrici”.
Pensiamo a quando da piccoli impariamo a parlare ripetendo le parole che ascoltiamo dai nostri genitori. Questo non avviene solo per il linguaggio ma anche, secondo le neuroscienze, attraverso i neuroni specchio, “che si attivano sia in chi compie l’azione sia in chi le osserva. Per il cervello dunque fare qualcosa o semplicemente osservarla è una cosa veramente simile”.
Spesso è possibile rivedere in noi atteggiamenti appresi dai nostri genitori. Non ci viene imposto di apprendere quel comportamento, ma a forza di osservarlo lo apprendiamo.
Cosa è successo l’11 settembre?
Apprendiamo, oltre che per ripetizione, anche tramite le emozioni.
Anche se la ripetizione è debole, se l’emozione è forte noi apprendiamo lo stesso perché impressionati.
Gli autori chiedono: “Cosa è successo l’undici settembre? “
Se rispondiamo: “L’attentato alle torri gemelle”, la risposta non è esaustiva, perché, ad esempio, il giorno dell’attentato sono morte 25.000 persone di fame.
Quindi quando noi rispondiamo “l’attentato alle torri gemelle” è perché vedere alla televisione l’impatto di questi aerei contro i grattacieli, sapendo quante vite umane sono costate, ha avuto un forte impatto emotivo su di noi.
Gli autori aggiungono: “che per generare un’emozione in grado di programmare il cervello non c’è bisogno di grandi disastri, come nel caso delle torri gemelle, non è l’evento in se stesso, ma come viene vissuto. Non sono gli eventi traumatici a programmare il cervello, ma gli eventi vissuti in modo traumatico”.
Ad esempio una ragazza che soffriva di un complesso d’inferiorità, ogni volta che doveva intraprendere un’azione si chiedeva: “sarà la cosa giusta? Che ne penseranno gli altri? Scavando un po’ nella sua storia lei si ricordò che da piccola andava bene a scuola ma un giorno il suo insegnante le mise uno 0 tutto rosso sul compito che aveva fatto”.
Non solo la sgridò davanti a tutti i suoi compagni, ma chiamò anche i genitori. Questa forte emozione provocata da una fonte autorevole l’ha portata ad installare un Programma Mentale.
Non era sicuramente voluto né da lei né dal suo insegnante, ma quella forte emozione in quella situazione, ha fatto sì che lei avesse installato questo programma di insicurezza da cui dipendeva il suo desiderio di essere approvata dagli altri.
Mi capita spesso di dover lavorare sul senso di inadeguatezza dei pazienti, a volte dovuto da continue disconferme da parte di genitori insicuri, ma a volte può essere bastato un solo episodio che abbiamo vissuto con un impatto emotivo forte e si è creato un Programma Mentale che ci porterà a soffrire, fino a quando non ne diventeremo consapevoli.
Un altro esempio molto interessante che citano, è quello di un professionista che guadagnava molto bene, ma qualunque cifra guadagnasse non riusciva a mettere nulla da parte.
Questa dinamica si ripeteva e, solo scavando nell’infanzia questa persona si ricordò che un giorno era uscito con il padre, che non vedeva così spesso.
Quel giorno il padre gli aveva comprato un gioco che lui desiderava, ma quando tornarono a casa la madre si arrabbiò moltissimo, gli disse che non sapeva mai accontentarsi e gli chiese: “credi che i soldi crescano sugli alberi?”
Continuò a rimproverarlo sul fatto che non dava valore al denaro e così lui costruì inconsapevolmente: denaro = dolore oppure denaro = problemi.
Meglio stare lontano dal denaro perché mi provoca dei problemi.
I programmi possono essere nocivi per noi stessi, per cui è importante diventare consapevoli dei nostri Programmi Mentali.
Può essere difficile eseguire questo compito da soli, ma, se non vogliamo o possiamo rivolgerci a dei professionisti, possiamo contare sulla meditazione che aiuta ad osservare i pensieri.
Ad una prossima istantanea.