“Oggi sarò disposto ad accettare le persone, le situazioni, le circostanze e gli eventi così come si presentano”.
Questa frase scritta da Deepak Chopra nel libro “Le sette leggi del successo”, è importante per capire come possono insorgere le incomprensioni relazionali.
Spesso abbiamo delle aspettative su quello che dovrebbe accadere e su come gli altri si dovrebbero porre nei nostri confronti, ma altrettanto spesso le situazioni accadono poi in modo diverso da come ce l’aspettavamo e rimaniamo delusi.
Questo è uno dei motivi per cui possono insorgere delle incomprensioni con le persone con cui ci relazioniamo.
Quindi la sofferenza non scaturisce a causa dell’evento in sè, ma a causa dalle nostre aspettative deluse.
Chopra individua tre punti salienti nella “legge del minimo sforzo”, che ci insegnano come fare di meno per ottenere di più e che trovo interessanti per la nostra riflessione.
Il primo punto ci dice che quando noi lottiamo contro quello che sta avvenendo, ovvero il nostro presente, ci sforziamo molto e disperdiamo molte delle nostre energie:
“La disposizione ad accettare il momento presente, vuol dire accettare le cose così come sono e non come vorresti che fossero.
Se vi sentite frustrati, o sconvolti a causa di una persona o di una circostanza, ricordate che non state reagendo ad esse, ma ai vostri sentimenti nei confronti della persona o della situazione.
Si tratta proprio dei vostri risentimenti che non potete attribuire a nessun altro. Quando giungete a riconoscere e a comprendere pienamente ciò, siete pronti ad assumervi la responsabilità di ciò che provate e cambiarlo”.
Portiamoci al centro della nostra vita

Finché continuiamo a dare la responsabilità del nostro malessere a qualcun altro, non ci riconosciamo il potere di cambiare la situazione che non ci sta piacendo.
Nel momento in cui non riversiamo la responsabilità del nostro malessere all’esterno, ci portiamo al centro, ci ascoltiamo e cerchiamo di focalizzarci su ciò che vorremmo per noi.
Il secondo elemento è proprio questo: assumersi la responsabilità, che vuol dire che non daremo la colpa di quello che sta succedendo a nessuno, nemmeno a noi stessi.
Questo ci porterà ad avere un atteggiamento più comprensivo e conciliante, che aiuterà a far crescere qualitativamente le nostre relazioni.
Ad esempio, se in una conversazione fra amici, mi innervosisco e rispondo in modo sgarbato, non darò la colpa di questa mia reazione a quello che è stato detto, a come è stato detto o a chi l’ha detto e neanche mi autocondannerò per aver reagito malamente. Piuttosto coglierò l’occasione per capire cosa mi si è smosso dentro e quale mio punto emotivamente vulnerabile è stato toccato, per capire qualcosa in più di me ed evitare che succeda di nuovo.
Il terzo punto è l’atteggiamento di non difesa: se tutto quello che ci succede nella vita, nell’attimo presente, può insegnare a conoscerci, non abbiamo bisogno di difenderci, ma anzi di affrontare la vita accettandola esattamente com’è, questo ci aiuterà a risparmiare energie, ad essere più accoglienti nei nostri confronti e nei confronti degli altri, vivendo relazioni più soddisfacenti e una vita più felice.
Alla prossima istantanea

