Hai paura di non essere considerato un buono?
Ti capita di definire gli altri cattivi? Durante la mia vita ho ascoltato giudizi verso persone definite cattive, marce dentro e così via, come se esistessero persone buone e persone cattive.
Anche io, da ragazza, ci tenevo che gli altri mi considerassero buona, dolce e disponibile. Probabilmente mi ero identificata con il ruolo della buona e mi sentivo terribilmente in colpa se mi veniva da dire no a qualche richiesta.
Il desiderio di essere considerata una “buona” mi ha condizionato molto durante la mia giovinezza, finché non sono andata in psicoterapia e ho visto cosa si celava dietro a questo mio copione.
Eckhart Tolle nel suo libro “Tutt’uno con la vita” scrive:
“Voi non diventate buoni cercando di essere buoni, ma cercando il buono che è già in voi e permettendo che questo buono emerga. Ma questo può emergere solo se qualcosa di fondamentale cambia nel vostro stato di coscienza.
Nello zen si dice: non cercare la verità, smetti solamente di nutrire le opinioni.
Cosa significa? Lascia andare le identificazioni con la mente, allora chi siete voi al di là della mente emerge da solo”.
Lascia emergere la luce della coscienza

Credo che la nostra cultura cattolica ci abbia condizionati, essere buoni e chiedere il perdono sono elementi a cui mi sono attaccata per molto tempo. In realtà noi siamo buoni, ma quando ci facciamo condizionare dai giudizi di “non essere abbastanza”, il nostro ego per difendersi pensa a come raggiungere visibilità e risultati per essere apprezzati.
Pensiamo all’uomo di potere che non è mai sazio del suo potere, l’uomo ricco a cui non basta la sua ricchezza o nelle relazioni quando vogliamo essere considerati i migliori. In questi casi possiamo avere comportamenti di prevaricazione sugli altri.
Solo vivendo nel presente, senza alimentare pensieri di giudizio, possiamo essere felici di ciò che viviamo, in questi momenti siamo appagati e non ci viene in mente di architettare pensieri e azioni a discapito di qualcun altro, per avere maggiore potere o visibilità.
Non abbiamo necessità di sminuire qualcuno per sentirci considerati agli occhi degli altri.
Il buono è già presente in noi, è la condizione che ci porta alla felicità, osserviamo i pensieri di giudizio che ci distolgono dal nostro presente.
Tolle scrive anche:
“Non potete lottare contro l’ego e vincere, allo stesso modo in cui non potete lottare contro l’oscurità. La luce della coscienza è tutto quello di cui c’è bisogno. Voi siete quella luce”.
Lasciamo andare i giudizi su chi è buono o cattivo, cerchiamo di essere presenti a noi stessi momento per momento e sentiremo la leggerezza e la gioia di vivere.
Alla prossima istantanea
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