Vi ho già raccontato che, da quando medito regolarmente, mi sento più in equilibrio con me stessa, meno reattiva, più serena e con più energia, e che questo stato è correlato allo spazio introspettivo che mi dedico tutti i giorni.
E’ anche migliorato il mio sistema immunitario, mi ammalo di meno ed è aumentato, in generale, il mio benessere.
La mia collega dott.sa Maurizia De Cesaris, con cui recentemente ho condiviso questi pensieri, è un’appassionata di neuroscienze e mi ha consigliato delle letture per approfondire alcune scoperte sul sistema nervoso che mi hanno confermato come il cervello, che è plastico, riesce ad avere un beneficio da questo spazio mindful.
Ogni volta che pratichiamo frequentemente un’attività, essendo il nostro cervello plastico, è come se lasciassimo delle impronte ed alcuni circuiti vengono fortificati rispetto ad altri.
Ad esempio un ballerino, che si allena sette ore al giorno, avrà a livello cerebrale dei circuiti motori sicuramente molto più rinforzati rispetto a chi non pratica questa attività con regolarità.
Ogni comportamento che abbiamo, fin da quando siamo piccoli, avrà un influenza sul nostro cervello.
L’attività costante del meditare, che è antica e diffusa in tutte le religioni, e di dedicare del tempo per entrare dentro di noi con momenti di riflessione, ha un impatto sul cervello, perché va a collegare alcuni circuiti della corteccia dove vi risiede maggiormente il pensiero operativo e astratto, con altri che fanno parte del cervello più profondo, dove risiedono le emozioni.
Riuscendo a rinforzare questi circuiti anche il cervello diventa meno reattivo, si integrano queste parti e questo successivamente si manifesta nel nostro comportamento.
Diversi studi dimostrano che, i benefici della pratica meditativa costante non sono solo esperienziali e soggettivi, ma sono anche il risultato di modificazioni oggettive che avvengono a livello cerebrale.
Alla prossima istantanea