Nel mio lavoro mi occupo anche di aiutare le persone a smettere di fumare, spesso i famigliari che li accompagnano hanno smesso senza aiuto e non comprendono perché essi non facciano altrettanto, usando la famosa forza di volontà.
Italo Pentimalli scrive che usare la forza di volontà è come andare in guerra in 5 contro 95, perché le decisioni che prendiamo sono per il 95% fatte dal nostro inconscio.
Credo che le persone che smettono di fumare da un giorno all’altro, in realtà abbiano già attivato da tempo un percorso inconscio e che quindi abbiano messo in discussione, inconsapevolmente, il loro fumare molto prima.
L’autore scrive: “I tuoi pensieri e le tue idee sono solo il risultato di programmi che esegui inconsciamente. Scambi le tue decisioni con decisioni tue, le tue valutazioni come se fossero tue, ma in realtà ogni pensiero che generi, ogni scelta che compi non è tua”. Nel senso che le nostre idee le attingiamo dal nostro passato e dal contesto dove viviamo.
“Ogni pensiero, ogni decisione che hai l’illusione di aver generato, in realtà è solo il risultato finale di una elaborazione avvenuta nei sette secondi precedenti. L’esperienza di volontà cosciente che precede l’azione, dunque in realtà un falso generato dal cervello”.
E’ difficile in sette secondi fare l’analisi degli stimoli presenti nel qui e ora, ma decidiamo su tracce mnemoniche del passato.
“L’elaborazione che precede ogni pensiero avviene a livello conscio. L’inconscio gestisce il 95% dell’attività, il conscio solo il 5%. Affidarsi dunque alla forza di volontà, ovvero alla nostra parte cosciente è come scendere in battaglia in 5 contro 95. Il vero problema è che lotti contro decisioni che ad altri livelli sono già state prese”.
Provo a fare un esempio sulla mia immagine corporea. Mi rendo conto di essere condizionata, quando penso alla mia forma fisica, dai modelli che ho idealizzato durante la mia giovinezza. L’idea che ho della forma fisica della donna è quella che circolava negli anni 80-90, tra l’altro nemmeno più attuale ai giorni nostri.
Quindi, nonostante mi renda conto che faccio il paragone con modelli ormai superati, penso che la mia forma fisica non vada bene. Se non sono nella presenza mentale, i pensieri basati sulle credenze passate, aggirano le mie nuove consapevolezze e prevale il mio pensiero inconscio di inadeguatezza.
I cinque fenomeni dell’autoinganno
Italo Pentimalli ci parla dei cinque fenomeni dell’autoinganno:
Il primo è che noi facciamo un’attenzione selettiva nei confronti degli input che ci arrivano e tendiamo a vedere solo ciò su cui siamo concentrati.
“Ciò che vivi come esperienza tende a combaciare con ciò che pensi. Usiamo una memoria selettiva. Tendiamo a riportare alla mente solo ciò su cui siamo concentrati. Ricordi che dunque confermeranno il tuo modello di pensiero.
Possiamo avere dei falsi ricordi. Per dare una validità ai tuoi pensieri, il cervello ha questa misteriosa capacità di generare falsi ricordi, recuperando frammenti di memorie, ricompattandoli in modo errato.
Usiamo anche il correttore automatico. Anche se ricevi un’informazione incompleta, la fai combaciare con il tuo modello di pensiero, basterà un piccolo dettaglio di esperienza per farti credere che ciò che pensi sia vero”.
Se leggiamo un biglietto in cui non comprendiamo bene la calligrafia, probabilmente riusciremo a comprendere alcune parole e non altre, però faremo combaciare le parole che non capiamo letteralmente con il senso che conosciamo, attraverso le nostre vecchie esperienze.
Usiamo anche “l’auto giustificazione. Per non provocare dissonanza cognitiva, a causa della non coerenza fra le tue idee e i tuoi comportamenti, che porterebbe ad uno stato mentale ed emozionale negativo, senza esserne pienamente coscienti, inventi storie incredibili per il tuo cervello”.
Osserviamo quanto spesso usiamo la frase: “Sì, ma…”.
Spesso abbiamo difficoltà a cambiare comportamenti e punti di vista, abitudini da sradicare, ci sembra più comodo quel sistema che critichiamo, piuttosto che fare la fatica di cambiarlo.
Temiamo il cambiamento, inconsciamente ci sembra di tradire modalità e pensieri ereditate in famiglia. Avere maggiori consapevolezze su come reagiamo agli stimoli che ci arrivano, ci può aiutare a mettere in discussione le nostre convinzioni.
Se vogliamo modificare le nostre abitudini, come smettere di fumare, potremo attingere non solo alla forza di volontà, ma anche alla curiosità di capire come funzioniamo.
Ritengo che la meditazione possa essere estremamente utile per creare lo spazio necessario a rispondere in modo nuovo e risolutivo alle situazioni che vogliamo cambiare e scegliere cosa è meglio per noi.
Alla prossima istantanea