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Home Crescita Personale

Come rispondere alle critiche

Il silenzio necessario per contattare la nostra felicità

Roberta Liberalato by Roberta Liberalato
Marzo 2, 2021
in Crescita Personale, Meditazione, Practice, Wisdom
Reading Time: 4min read

Oggi vorrei riprendere il discorso sulla gioia dell’essere, sulla vera felicità, tramite le parole di Eckhart Tolle dal libro “Un nuovo mondo”:

“La gioia dell’essere, che è la sola vera felicità, non può arrivarvi da nessuna forma, da nessun possedimento, acquisizione, persona o evento. Non può arrivarvi da nessuna delle cose che accadono. Quella gioia non può mai arrivare, proviene dalla dimensione senza forma che è dentro di voi, dalla coscienza stessa che è una sola con chi siete”.

Quando riusciamo ad accogliere serenamente le richieste che riceviamo, impariamo a lasciare andare il “dover fare”, riusciamo a sentire un silenzio interiore che ci permette di avere maggiori momenti di felicità, perché ci lasciamo sorprendere da ogni cosa.

Potrebbe essere, come è successo a me, l’emozione nel vedere una stella cadente, oppure un sorriso, un momento di complicità con qualcuno.  Piccole cose e piccoli momenti che possiamo cogliere se vi è silenzio dentro di noi.

Cosa non ci permette di dare ascolto al silenzio interiore? L’Ego.

L’ego e la sua paura di essere sminuito

A proposito dell’Ego, Tolle ci dice:

“L’ego sta sempre in guardia contro ogni possibilità di essere sminuito. Mette in funzione automaticamente i meccanismi di riparazione egoici per reintegrare di nuovo la forma mentale del me.

Quando qualcuno mi accusa o mi critica, quello è per l’ego una diminuzione del sé ed esso cercherà immediatamente di riparare il suo sminuito senso del sé giustificandosi, difendendosi, o accusando. E’ irrilevante per l’ego che l’altro abbia torto o ragione, e molto più preoccupato di preservare se stesso che della verità”.

Tolle ci propone un esercizio che possiamo fare tutti, che è di permettere consapevolmente che l’ego resti sminuito, senza cercare di ripararlo. Non andiamo nel reattivo, non rispondiamo alle provocazioni che riceviamo. Stiamo in silenzio. Non ci difendiamo.

Permettiamo alla nostra immagine di rimanere sminuita e cerchiamo di sentire profondamente cosa sentiamo dentro di noi.

“Per qualche momento potete provare disagio, come se vi foste ristretti, ma poi percepirete una spaziosità interiore che vi farà sentire intensamente vitali. Non vi siete per nulla diminuiti, anzi vi siete espansi. Allora avrete una stupefacente comprensione, quando vi sembra in un certo modo di essere sminuiti e quando rimanete in uno stato assolutamente non reattivo, non solo esteriormente ma soprattutto interiormente, vi rendete conto che niente di reale è stato sminuito, che diventando meno siete diventati di più.

Questo è un esercizio importante, non facile, perché l’ego è sempre molto presente attraverso il flusso incessante dei nostri pensieri, ma quando riusciamo a non andare nel reattivo, a non rispondere, sentiamo che non succede veramente nulla. Quella persona ha detto il suo parere su di noi, magari noi non condividiamo il suo pensiero, soprattutto quando è negativo, però possiamo accettarlo.

Ora noto che, quando reagisco rispondendo ad un attacco verbale, ci rimango male perché ho nutrito il mio ego e non ho potuto constatare che in realtà nessuno mi può sminuire, perché noi andiamo bene così come siamo.

Tolle ci tiene a specificare che questo esercizio non ci deve portare ad essere vittime di persone estremamente aggressive, in alcuni casi è doveroso rispondere e tutelarci.

Lo possiamo fare con pacatezza, esprimendo le nostre ragioni con determinazione e chiarezza, senza offendere l’altro.

Ad una prossima istantanea.

Un Nuovo Mondo
Eckhart Tolle
Un Nuovo Mondo

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