Thich Nhat Hanh, nel libro: “La pace è ogni respiro”, ci dà un suggerimento su cosa fare quando abbiamo momenti di ansia, rabbia, agitazione.
Ho scritto in altre istantanee come sia meglio rispondere in modo calmo a quello che ci succede nella quotidianità e che ci può destabilizzare, cercando di non utilizzare atteggiamenti reattivi.
Le risposte date senza riflettere, in modo reattivo, difficilmente ci soddisfano, anzi a volte ci fanno sentire insicuri con noi stessi.
Come uno specchio d’acqua
Thich Nhat Hanh scrive:
“L’immagine di uno specchio d’acqua rappresenta una mente tranquilla. Quando la mente non è turbata da formazioni mentali come la rabbia, la gelosia, la paura o le preoccupazioni, è calma.
Visualizzate un limpido lago alpino che riflette le nuvole, il cielo e le montagne che lo circondano, in modo così perfetto che, se ne fotografaste la superficie, si potrebbe credere che abbiate scattato una foto del panorama stesso.
Quando la mente è calma riflette accuratamente la realtà senza distorcerla. Respirare, sedere e camminare con consapevolezza calma le formazioni mentali che ci turbano come la rabbia, la paura e la disperazione, permettendoci di vedere più chiaramente la realtà.
Calmare le formazioni mentali, per formazioni mentali s’intendono specificatamente gli stati mentali negativi come la gelosia, le preoccupazioni, la rabbia”.
L’autore suggerisce:
“Inspirando riconosco le formazioni mentali presenti dentro di me, se distinguiamo una formazione mentale possiamo chiamarla con il suo nome. Questa è irritazione, questa è ansia e così via. Non vogliamo sopprimerle, giudicarle o cacciarle o così via, è sufficiente riconoscere la loro presenza.
Riconosciamo ciò che ci porta agitazione
Questa è la pratica del semplice riconoscimento. Non ci aggrappiamo a nulla di ciò che ci passa per la testa e non cerchiamo neppure di sbarazzarcene. Espirando calmo queste formazioni mentali. Respirando con consapevolezza, mentre riconosciamo e accogliamo le formazioni mentali, possiamo dar loro l’occasione di calmarsi”.
Thich Nhat Hanh suggerisce di non andare in un atteggiamento reattivo. Quindi quando sento un’irritazione prima di tutto devo riconoscerla, quando sento lo stato di agitazione mi fermo, sennò potrei reagire senza comprendere bene che cosa mi sta agitando o preoccupando.
In passato, quando mi sono ritrovata a discutere, ricordo che magari mi arrivava un messaggio dal mio interlocutore, che non era quello che lui voleva dare. Nello stato di agitazione non riuscivo a comprendere cosa mi avesse allarmata, quale minaccia sentivo, portando così ulteriori fraintendimenti con l’altro.
Proviamo a fare come suggerisce Thich Nhat Hanh, aspettiamo a rispondere o a prendere qualsiasi decisione quando il lago è calmo e riflette correttamente ciò che si riflette in lui.
Alla prossima istantanea