Nel libro “Come diventare un Buddha in cinque settimane”, Giulio Cesare Giacobbe si chiede: “Che cos’è un Buddha? Un Buddha non è un Dio, un Santo, un Super Uomo, ma è uno di noi, è uno qualunque.
E’ semplicemente uno che ha eliminato la sofferenza, non dal mondo, ma da dentro di sé. Non soffre più, non si adira più, non prova gelosia, invidia, rancore, bramosia, avidità, egoismo.
Non è che non ha più sentimenti, non coltiva i sentimenti che gli creano una sofferenza. Coltiva quelli che lo fanno sentire bene e che sono la serenità, la pace, l’allegria, la gioia, l’armonia, l’amore.”
Questo modo di vedere la vita riduce gli stress e le tensioni a cui siamo abituati nella nostra quotidianità.
“Un Buddha è colui che ha conquistato la serenità e la mantiene in qualsiasi situazione”.
L’autore dice che è uno stato a cui possiamo arrivare tutti, certamente dovremo impegnarci nella pratica, come ogni giorno ci impegniamo nelle attività in cui vogliamo raggiungere dei risultati.
L’autore fa l’esempio dello sci: se vogliamo imparare a sciare dovremo prendere lezione, dedicare tempo, denaro, disponibilità e impegno. Per vivere una vita con meno stress vale la pena dedicarci l’impegno necessario.
Come liberarci dai condizionamenti del nostro passato
Giacobbe spiega anche, come abbiamo già visto con altri autori, che secondo la teoria buddista, noi siamo condizionati dalle esperienze passate.
“La nostra reazione alle situazioni è condizionata dalla nostra esperienza, ossia dal passato. Questo condizionamento nella cultura orientale è stato indicato come la legge del Karma. Per loro karma significa azione. Questa legge significa che ogni nostra azione è condizionata dalla nostra esperienza.
Quindi il nostro presente è condizionato dal nostro passato. Ciò comporta che anche il nostro futuro è condizionato dal nostro presente. Quindi intervenendo sul nostro presente noi siamo in grado di determinare il nostro futuro.
Se è vero infatti che la nostra reazione alle situazioni è condizionata dalla nostra esperienza passata, è altrettanto vero che noi siamo in grado, con la consapevolezza e la volontà, di fare sì che la nostra reazione alle situazioni, si svincoli dal condizionamento e rimanga positiva, mantenendo la nostra serenità.
Questo farà sì che il nostro futuro non sarà più condizionato in senso negativo e il mantenimento della serenità diventerà per noi un comportamento spontaneo. E’ così che si diventa un Buddha.
Il Buddha è stato definito infatti proprio così: il non condizionato. Colui che si è sottratto al condizionamento del passato”.
Nel mio impegno costante di crescita personale, man mano che è aumentato il mio essere sempre più presente nel qui e ora, ho capito che stare sulla difensiva con reazioni aggressive, mi creava sofferenza.
Gradatamente sono riuscita sempre più a non reagire immediatamente, bloccando in anticipo la mia reazione, così nel tempo ho neutralizzato, poco per volta, alcune mie parti aggressive. Essere presente a me stessa mi ha aiutata anche a migliorare il mio futuro, perché con il tempo ho cambiato le abitudini che sentivo nocive per me.
Ad esempio, ho iniziato a far colazione con cibi meno zuccherati, in quindici giorni il mio gusto è cambiato, non ho più avuto problemi con picchi glicemici e sentito sempre meno il bisogno di introdurre altri zuccheri che possono intossicarmi.
Oggi ho la consapevolezza per scegliere un comportamento che si riflette anche sul mio futuro, posso vivere più serenamente se mi accorgo oggi quali pensieri mi creano malessere, e pian piano lavorerò per modificarli.
Chiunque di noi può intraprendere un percorso per diventare un Buddha, se lo vuole davvero. Con l’impegno e la volontà di ottenere questi risultati.
Alla prossima istantanea.