Nel libro “Avrah Ka Dabra – Creo la mia felicità”, Dario Canil scrive: “Per rendere il mondo più felice diventa tu per primo felice. Sii sincero con te stesso, sii presente a te stesso, cogli l’attimo”.
Quando ho capito che era importante assumermi la responsabilità della mia sofferenza, sono diventata più consapevole di alcuni pensieri che la alimentavano e li ho modificati tramite la presenza mentale.
Canil prosegue: “tutto è perfetto anche quando quasi nulla lo sembra. Per quanto tu lavori su di te per giungere a questa felice realizzazione, sai già che ci sarà sempre chi legge i tuoi sforzi come inadeguati. Per qualcuno sarai sempre oggetto di critiche, indipendentemente da come ti comporti.
Non puoi piacere a tutti, non farti distrarre e continua a seguire il tuo cuore, rispettando te stesso e coloro che ti circondano.
Agisci sempre come ti senti e non come gli altri vorrebbero farti sentire. Sii fluido, libero, intenso, vivi fino in fondo, fallo per te, perché non tradendo quello che sei, puoi essere certo che almeno due mani sincere, alla fine dei giochi, ti applaudiranno, le tue”.
Questo brano in questo momento storico mi sembra importante. A causa di come è stata gestita la pandemia, si è creata una divisione tra le persone, tra chi vorrebbe tornare ad una vita normale e tra chi ha paura e fa sentire inadeguati gli altri, soprattutto i giovani.
Purtroppo in studio sento molta sofferenza, soprattutto negli adolescenti che si sentono come “ingabbiati” e hanno moltissima rabbia. Questa pandemia e la sua gestione ha fatto sì che si alimentasse la paura, soprattutto la paura della morte, mentre a mio avviso, si sarebbe dovuta alimentare la fiducia nella vita.
I giovani sono stanchi di non potersi incontrare, di non poter fare dello sport, di non poter più avere il mondo relazionale ed energetico di prima. Alcuni si sono sentiti come parcheggiati, con delle limitazioni alla loro crescita, tutto con effetti drammatici come un incremento del 200% i disturbi alimentari, sono aumentati i suicidi e gli atti autolesivi. Il loro malessere è cresciuto in modo esponenziale.
Puntare sulla paura della malattia, della morte, sul senso di colpa perché si porta il contagio alle persone più anziane è diventato pesante per gli adolescenti. Meglio sarebbe stato, secondo me, diffondere un senso di fiducia nelle nostre capacità di rimanere sani e nel nostro potere di guarigione.
Se abbiamo un sentire differente dagli altri, noi rispetteremo il sentire altrui, ma sicuramente dovremo anche rispettare il nostro. E’ importante cercare di raggiungere la nostra felicità portando la consapevolezza su cosa sentiamo.
Per fare questo è importante, come dice Thich Nhat Hanh, annaffiare i semi di ciò che ci fa vivere meglio, se stiamo nella paura e nella rabbia, sicuramente saremo verso la via dell’infelicità. Portare consapevolezza quotidianamente ai nostri pensieri, ci aiuterà a capire se stiamo alimentando pensieri negativi, o se invece ci stiamo sostenendo con pensieri e relazioni nutrienti.
Nel secondo caso ci sentiremo in buone mani, come dice Canil le nostre due mani ci applaudiranno. Per me è importante sentirmi sostenuta dalle mie mani perché, anche nelle situazioni più difficili, sostenere il mio sentire e il mio pensiero, senza aver paura del giudizio altrui, vuol dire andare verso la mia felicità.
Alla prossima istantanea