Qual è il significato della resa?
Significa non fare resistenza quando ci capitano gli eventi imprevisti e non graditi.
Fare resistenza in queste situazioni, non accettando quello che ci sta capitando, acuisce il nostro disagio e ci porta dolore interiore.
Questo non vuol dire che non si debba fare nulla per migliorare una situazione che non ci piace, ma agire accettando che l’evento può avere un insegnamento utile per noi, è meglio che agire andando dietro alla rabbia e a sentimenti di rivalsa o vendetta, che non sono mai buoni consiglieri.
Questo concetto è ottimamente spiegato da Eckhart Tolle nel libro “Come mettere in pratica il potere di adesso”.
La saggezza della resa
“E’ la qualità della tua consapevolezza in questo momento a costruire il fattore determinante del tipo di futuro che vivrai, perciò arrenderti è la cosa più importante che puoi fare per innescare un cambiamento positivo.
Qualsiasi azione intraprendi è secondaria. Nessuna azione veramente positiva può nascere da uno stato di consapevolezza senza resa.
Per alcuni arrendersi può avere connotazioni negative e implicare la sconfitta, la rinuncia, il non essere all’altezza delle prove della vita, l’apatia e così via.
La vera resa, però, è qualcosa di completamente diverso. Non significa sopportare passivamente la situazione in cui ci si trova e non fare niente in proposito. Né vuol dire smettere di fare progetti o intraprendere azioni positive.
Arrendersi racchiude la saggezza semplice ma profonda del lasciare andare, invece di opporsi al flusso della vita. L’unico luogo in cui puoi fare esperienza del flusso della vita è l’Adesso, perciò arrendersi significa accettare il presente incondizionatamente e senza riserve.
Significa abbassare la resistenza interiore a ciò che esiste. La resistenza interiore dice “no” attraverso il giudizio mentale e la negatività emotiva.
Diventa particolarmente forte quando le cose “si mettono male”, il che significa che si crea un divario tra le esigenze e le rigide aspettative della mente, e ciò che esiste.
Questo è il divario del dolore.
La resa è un fenomeno puramente interiore. Non significa che a livello esteriore tu non possa agire e cambiare la situazione”.
Accettare le cose come sono ci libera immediatamente dall’identificazione con la mente e ci riconnette con il nostro essere.
In questo brano ci viene spiegato che la resistenza la produce la mente con i suoi giudizi e i suoi schemi.
Se accade qualcosa che non ci aspettiamo, possiamo irrigidirci, ma se siamo consapevoli che l’unico momento in cui viviamo davvero è quello, accogliamo ciò che succede con i suoi insegnamenti e possibilità di trasformazione.
Poi, in un secondo momento, possiamo progettare come cambiare la situazione.
Quando non fluiamo con quello che la vita ci pone davanti, siamo in lotta con la mente che continua a proporci qualcosa che non c’è nella nostra realtà.
Più inseguo le aspettative della mente e più mi provoco dolore.
Ad esempio, quando qualcuno vicino a noi è arrabbiato, magari in quel momento non abbiamo nessuna possibilità di tranquillizzarlo. Ci verrebbe da contrastarlo, giudicarlo, con il rischio di esacerbare la discussione.
Arrendendoci al fatto che in quel momento siamo impotenti, aspettiamo un momento più propizio per illustrare il nostro punto di vista.
Se, al contrario, reagiamo a nostra volta con rabbia, cercando di imporre le nostre argomentazioni, andremo ad acuire il dolore che sentiamo in quel momento. Possiamo allora porci questa domanda: “Cosa devo imparare da questa situazione? Cosa mi racconta di me questo disagio?”
Alleniamoci a praticare la resa e a vivere intensamente con la presenza mentale ogni momento della nostra vita.
Alla prossima istantanea
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