In un determinato momento della mia vita sono stata particolarmente irritabile.
Praticamente mi lamentavo di ogni piccolo problema che poteva avvenire nella quotidianità, come se i problemi fossero solo nella mia vita e non in quella degli altri.
Ho imparato ad avere un atteggiamento molto diverso, ho imparato a mantenermi tranquilla nonostante tutte le piccole difficoltà che posso avere, che tutti possiamo avere. Per arrivare a questo passaggio mi è stato utile, oltre alla psicoterapia, la meditazione.
Diventa consapevole della forza che hai dentro
C’è una meditazione, in particolare, che ci può aiutare a prendere consapevolezza della forza che c’è dentro di noi. A me è successo proprio così! Ho scoperto di avere molte risorse per affrontare e superare qualsiasi difficoltà quotidiana.
E’ una meditazione che Jon Kabat-Zin propone nel suo libro: “Dovunque tu vada ci sei già”.
Immagina la più bella montagna che conosci o che riesci ad immaginare, la cui forma ti ispiri. Mentre ti concentri per vederla, con l’occhio della mente, considera la sua forma, la vetta elevata, la base radicata nella crosta terrestre, i versanti ripidi o dolcemente degradanti.
Nota anche quanto è massiccia, immobile e bella, sia vista da lontano che da vicino. Forse la tua montagna ha la cima innevata e boschi alle quote più basse. Quale che sia la sua apparenza, siedi e respira con l’immagine della montagna, osservandola, notando le sue caratteristiche.
Prova ad assimilarla dentro di te, in modo che il tuo corpo e il monte, fisso nell’occhio della mente, siano una cosa sola. Il tuo capo diventa la vetta, le braccia e le spalle i versanti, le natiche e le gambe che poggiano sul cuscino sono la base della montagna.
Percepisci nel corpo il senso di elevazione della montagna, e nel profondo della colonna vertebrale l’asse su cui si erge.
Trasformati in una montagna che respira, nella pienezza dell’essere, al di là di parole e pensieri, una presenza incentrata, radicata, impassibile. Ora anche il sole compie il suo percorso nel cielo, il monte semplicemente resta fermo, mentre la luce cambia, la montagna resta immobile limitandosi a essere se stessa.
Così rimane anche quando le stagioni si alternano, come il giorno e la notte e come dall’inverno all’estate, alla primavera e all’autunno. In estate non vi è più neve sui monti, eccetto forse alle quote più alte, in autunno la montagna può dispiegare una copertura di brillanti e fiammeggianti cromatismi e in inverno una coltre di neve e ghiaccio.
In qualsiasi stagione può trovarsi avvolta da nubi o nebbia, o frustata da pioggia gelida. Talvolta le tormente e le bufere imperversano attorno alle sue cime, oppure è sferzata da venti di forza inimmaginabile, ma è sempre la stessa.
Arriva la primavera, gli uccelli tornano a cantare fra gli alberi, le foglie rispuntano sui rami che le avevano lasciate cadere, i fiori sbocciano negli alpeggi sui versanti, i torrenti ribollono d’acqua mentre le nevi si sciolgono. E intanto la montagna continua a rimanere seduta, impassibile all’offesa del clima, e ciò che accade sulla superficie, e al mondo delle apparenze.
Trasformati nella montagna
Mentre sediamo con questa immagine nella nostra mente, possiamo incorporare le stesse incrollabili caratteristiche di mobilità e radicamento di fronte a qualsiasi cambiamento che avviene nella nostra vita ogni secondo, ogni ora, ogni anno.
Siamo soggetti a periodi di luce e oscurità, di colori vivaci e di monotonia, a bufere di violenza e intensità provenienti sia dal mondo esterno sia del nostro essere. Flagellati da forti venti, dal freddo e dalla pioggia, sopportiamo periodi di oscurità e sofferenze e godiamo di momenti di gioia e di entusiasmo.
Persino il nostro aspetto varia costantemente, come quello della montagna, subendo propri mutamenti climatici e intemperie.
Trasformandoci nella montagna, nella nostra meditazione possiamo penetrare nella sua forza e stabilità e farle nostre. Questo potrebbe aiutarci a comprendere che i pensieri, i sentimenti, le preoccupazioni, le bufere emotive e le crisi, qualsiasi cosa ci accada hanno molta somiglianza con le intemperie che la montagna stessa deve subire.
Noi siamo portati a considerarle come questioni personali, ma la loro caratteristiche più salienti sono impersonali. Le intemperie della nostra vita non possono essere ignorate o negate, bensì affrontate, accolte, sentite, comprese per quelle che sono e tenute sotto attenta osservazione, ma se saremo capaci di ascoltarle, noi non saremo sopraffatti, nulla prenderà il sopravvento su di noi.
Saremo solidi come la montagna.
Le montagne ci insegneranno tutto questo.
Alla prossima istantanea