Ricevere degli abbracci mi ha sempre fatto piacere, ricordo che da bambina, durante un abbraccio di mio papà in cui un mio braccio rimase mal messo, non me ne lamentai affinché quell’abbraccio potesse durare a lungo.
Come psicologa ho dovuto trattenermi a volte dall’abbracciare i miei pazienti, per mantenere le distanze ed essere neutrale.
Qualche giorno fa però ho sentito che dare un abbraccio ad una paziente che doveva essere ricoverata, fosse il sostegno migliore, al di là delle parole che ci eravamo dette.
Nel libro “Guarire con un abbraccio” di Céline Rivière, l’autrice spiega quanto un abbraccio possa essere terapeutico, perché favorisce la produzione di ossitocina e di altri ormoni che ci fanno sentire bene.
Viene citato un esperimento degli anni settanta, portato avanti da una coppia di psicologi che voleva confutare la teoria di Freud sul fatto che il nostro bisogno primario fosse quello di procurarci il cibo.
Il contatto fisico ci nutre
Dei cuccioli di scimmia tolti alla loro madre, vennero messi davanti a due fantocci di fil di ferro: uno sorreggeva un biberon e l’altro invece era stato ricoperto da un tessuto morbido, nel quale era stata inserita una fonte di calore.
Indovinate quale fantoccio sceglievano le scimmiette?
L’ipotesi più probabile era quella che si sarebbero rivolte alla “madre” con il biberon per avere nutrimento, per istinto di sopravvivenza, invece esse preferirono la “mamma calda”.
L’esperimento provò quindi che “esiste una pulsione primaria fondata sul contatto”.
Propongo una riflessione: perché ci viene facile essere intolleranti, giudicanti con noi stessi e gli altri, creando stati d’animo che ci procurano malessere, mentre invece spesso ci tratteniamo quando sentiamo la spinta a dare un abbraccio, andando oltre i confini della pelle, sentendoci più uniti agli altri?
Parlando di abbracci mi vengono in mente i nostri animali domestici, che appena possono vengono a prendersi carezze e abbracci.
Vista la loro diffusione nelle famiglie, forse con gli animali ci permettiamo maggiormente delle effusioni, rispetto agli altri umani…
Alla prossima istantanea
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