Oggi scopriamo come le nostre relazioni possano aiutarci a crescere.
Anche quando viviamo delle situazioni conflittuali, possiamo imparare a vedere gli aspetti di noi che giudichiamo indegni di amore e che evitiamo accuratamente di riconoscere.
Nella psicologia buddista ci viene spiegato che in noi convivono tanti aspetti, alcuni che ci piacciono di più e altri che non vorremmo avere.
Spesso, quando ci irritiamo con qualcuno, è perché ci sta mostrando un aspetto che noi non accettiamo, che consideriamo riprovevole o che pensiamo non ci appartenga.
Se ci prendiamo un attimo per sentire il nostro vissuto, scopriremo che anche quella parte ci appartiene e che se noi smettiamo di giudicarla e combatterla, potremo avvolgerla quantomeno di benevolenza.
Quando impareremo ad amare anche quella parte, vivremo con più serenità i rapporti con quella persona che ci fa da specchio e gestiremo meglio gli aspetti che non ci fanno vivere bene.
Ma come facciamo a non andare nel reattivo se ci sentiamo attaccati?
Essere testimoni di noi stessi
Eckhart Tolle, nel libro “Come mettere in pratica il Potere di Adesso” dà questa risposta:
“Quando vieni coinvolto in un litigio o in una situazione conflittuale, magari con la persona amata o con qualcuno che ti sta vicino, comincia con l’osservare il modo in cui ti metti sulla difensiva quando la tua posizione viene attaccata, oppure percepisci la forza della tua stessa aggressività mentre attacchi il punto di vista dell’altro.
Osserva l’attaccamento alle tue opinioni, senti l’energia mentale ed emotiva dietro al tuo bisogno di avere ragione e di dare torto all’altro.
Questa è l’energia della mente egoica, la rendi consapevole riconoscendola, percependola, il più pienamente possibile. Poi un giorno, nel bel mezzo di una lite, improvvisamente, ti renderai conto di avere la possibilità di scegliere, potresti decidere di lasciar perdere la tua reazione e limitarti a vedere cosa succede. Ti arrendi”.
Queste parole rappresentano bene il mio sentire in merito al mio cambiamento. Magari non sempre riesco a non andare nel reattivo, ma spesso, a differenza del passato, riesco a lasciar perdere e non proseguo la discussione nel voler avere ragione.
Quando riesco a vedermi nella discussione, capisco che non mi sto dando nulla di nutriente nel voler difendere il mio pensiero. Capisco inoltre che se sono tanto irritata è perché mi viene mostrata una parte di me che non accetto.
Comprendo anche che quella parte che non amo, mi può diventare utile in alcune occasioni, ad esempio potrei avere bisogno di utilizzare una parte aggressiva per difendermi, ma questa aggressività mi servirebbe per pochi istanti.
Se divento consapevole che essa fa parte di me, senza giudizio, posso decidere se utilizzarla o meno nel momento in cui mi serve.
Non essere nella consapevolezza invece ci porta a rimanere in balia delle emozioni che non ci piacciono, favorendo il formarsi nella nostra mente di pensieri tossici.
Alla prossima istantanea