Il tema della salute, in quest’ultimo anno di emergenza sanitaria, è presente quotidianamente sui mass media. Ognuno può avere un’idea di come prendersi cura della propria salute, ma è fondamentale che ognuno di noi inizi a trovare in se stesso la fiducia nelle proprie possibilità di guarigione.
Con la meditazione la mia salute nel tempo è migliorata tantissimo e ciò che ho studiato sui cambiamenti che la meditazione provoca nel nostro cervello e sui benefici sulla salute, ho potuto constatarlo sulla mia persona.
Tra gli autori dei libri che ho letto sulla plasticità del cervello, ho apprezzato molto Joe Dispenza, medico chiropratico, esperto in neuroscienze.
Egli, da sempre appassionato di questa materia, circa vent’anni fa subì un brutto incidente, venne investito e una grande porzione della sua colonna vertebrale venne schiacciata. Ben quattro chirurghi gli consigliarono di sottoporsi ad un intervento.
L’esito dell’intervento però sarebbe stato di paralisi, con probabili dolori per tutta la vita. L’autore, conscio del potere plastico del cervello, si curò tramite esercizi fisioterapici costanti e in dieci settimane di duro impegno, riuscì a rimettersi in piedi.
Dopo questo suo successo personale, continuò a studiare la materia e scrisse alcuni libri, dopo aver esaminato vari casi clinici. L’autore ci spiega che “ogni volta che abbiamo un pensiero, in diverse aree del nostro cervello, il flusso di corrente elettrica aumenta l’intensità e rilascia una fiumana di sostanze neurochimiche.
Grazie alla risonanza magnetica funzionale del cervello, ora siamo in grado di vedere che ogni nostro pensiero ed esperienza, induce le nostre cellule cerebrali, o neuroni, a collegarsi e scollegarsi in schemi e sequenze continuamente diverse. Questo è il fenomeno della neuroplasticità del cervello.
Quindi ogni volta che noi impariamo nuove conoscenze o facciamo nuove esperienze, possiamo sviluppare nuove reti e circuiti neuronali”. Questo meccanismo ci spiega come la nostra salute possa essere condizionata dai nostri pensieri.
Nel mio caso, avendo una certa sintomatologia che si ripeteva, ricordo che ai primi sintomi, già traevo delle conclusioni. Secondo questi studi, con il nostro pensiero anticipiamo già quello che ci aspettiamo di provare e questo va ad alimentare i circuiti cerebrali che anticipano i sintomi che, puntualmente, poi arrivano.
Negli ultimi anni, con queste nuove consapevolezze, ho imparato ad evitare di prevedere il decorso di una malattia che non si era ancora manifestata. Quindi ho evitato di alimentare i soliti circuiti.
Joe Dispenza ci fa degli esempi: uno è il caso di Tom, che aveva problemi di reflusso gastrico. Tom nel lavoro introspettivo scopre che è molto arrabbiato, soprattutto a causa del lavoro che lo rende infelice.
“La sua mente era presa in un feedback di pensieri e sensazioni corrispondenti ad atteggiamenti tossici, che il suo corpo non poteva digerire.
Tom viveva continuamente in uno stato d’essere che ruotava intorno al vittimismo. La sua guarigione ebbe finalmente inizio quando prestò attenzione ai suoi pensieri abituali, rendendosi conto che i suoi atteggiamenti inconsci erano il fondamento della persona che era diventata, con queste modalità vittimistiche.
Quindi la ricerca dimostra che ci ammaliamo attraverso la pura e semplice anticipazione di un evento futuro o il ricordo di un’esperienza passata. In entrambi i casi sono i nostri pensieri che creano potenti sostanze chimiche stressanti che vanno ad alterare la maggior parte del sistema del corpo”.
Queste informazioni possono essere importanti per poter aumentare la consapevolezza di come guidare la nostra mente, in vista anche della prossima ondata invernale di virus con le sue varianti.
Potremo avere un ruolo più attivo e potremo avere maggiore fiducia nella nostra capacità di guarigione.
Alla prossima istantanea.