Ti è mai capitato di trovarti in una situazione in cui non ti sei sentito abbastanza performante e pensare di lasciare perdere per non apparire inadeguato?
Questo vissuto l’ho provato circa un anno fa con il padel, in quanto avendo iniziato a giocare a cinquant’anni, mi sentivo poco performante e soprattutto mi dispiaceva far perdere il mio partner di gioco a causa dei miei errori.
Proprio nel momento in cui stavo pensando di mollare, mi sono chiesta da cosa volevo scappare in realtà e ho compreso che avevo paura delle critiche degli altri e di non essere gradita come compagna di gioco.
Ho scelto di non scappare e di entrare in queste emozioni così pesanti.
Le emozioni ci danno delle informazioni e ho così compreso che non volevo essere di peso, essendo abituata, anche per via della mia professione, ad essere di aiuto agli altri.
Giocando a padel mi sentivo poco performante e di poco d’aiuto per l’altro, ma non essere scappata dall’emozione di vergogna, mi ha permesso di vedere cosa ci stava sotto.
Dopodiché ho preso qualche lezione e ora va un po’ meglio, mi invitano a giocare..
Le emozioni ci danno informazioni su noi stessi

Nel libro “Il potere di scegliere” Italo Pentimalli scrive che le emozioni sono informazioni, sono neutre, non esiste l’emozione che va bene o che va male, esse ci aiutano a comprendere alcune cose di noi, sempre se non scappiamo dalle emozioni che ci fanno soffrire.
“Le emozioni sono solo “informazioni”, e le informazioni sono neutre, né positive né negative. Possiamo al massimo dire che ci sono emozioni piacevoli e altre dolorose, ma ogni emozione non è altro che una preziosa informazione.
Naturalmente le emozioni piacevoli le affrontiamo più volentieri, perché ci fanno sentire bene: pensiamo a cosa proviamo quando ci innamoriamo, quando assaporiamo il successo, la felicità, la sensazione di avere un posto nel mondo. Ma di quelle dolorose che ne facciamo?
Solitamente le evitiamo o le nascondiamo. Perché?
Perché ci è stato insegnato che sono negative, cioè che provarle – avere paura, o vergogna o piangere – è la dimostrazione di una nostra mancanza o colpa.”
Non vogliamo sentire quell’emozione negativa per poter tranquillizzare noi stessi del fatto che andiamo bene, al posto di comprendere che dietro a quel sentimento ci potrebbe essere un giudizio negativo su di noi.
Se l’emozione è informazione, scappando da quell’emozione non cogliamo l’occasione di conoscerci e di amarci sempre più.
Pentimalli ci dice che quando le affrontiamo ci sentiamo colmi di un profondo contatto con noi stessi, pronti a scoprire informazioni importanti e il messaggio che contengono su di noi.
Alla prossima istantanea
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