Ti capita di non sentirti compreso e di colpevolizzare gli altri per quello che non va come vorresti?
A volte reagiamo in questo modo, colpevolizzando gli altri per il nostro malessere, perché non accettiamo quello che ci succede, come ad esempio quando non riusciamo ad ottenere i risultati sperati dalle nostre performance.
Facciamo difficoltà a mettere in discussione il nostro operato, ci viene più facile dare la responsabilità a qualcosa fuori di noi.
Per quanto questa reazione sia piuttosto naturale, perché è come se la nostra autostima si sentisse minacciata ogni volta che le cose non fluiscono come vorremmo, il non assumerci la responsabilità limita la nostra possibilità di riscatto.
Ad esempio, se non sappiamo gestire bene il nostro budget economico, daremo facilmente la colpa alle tante spese, alle tasse da pagare… ma in questo modo continueremo a rimanere in balia delle preoccupazioni su uno stato economico insoddisfacente.
Saremo molto propensi ad invidiare i ricchi che sono sempre più ricchi, a chiederci perché loro sì mentre noi no e questi pensieri ci porteranno lontano da quello che la vita ci sta chiedendo di vedere.
La vita come scuola e palestra

Tutte le domande tipo: “Perché mi capita questo? Perché agli altri le cose vanno bene e a me no? Perché gli altri non mi capiscono?” ci allontanano dalla fonte del nostro potere, ovvero noi stessi.
Se invece rivolgiamo lo sguardo dentro di noi, chiedendoci cosa la vita vuole insegnarci, cosa possiamo imparare da questa esperienza e in cosa ci possiamo impegnare per modificare la situazione, utilizzeremo le nostre energie in modo proficuo.
Quando capiamo l’importanza di accettare la vita per come si manifesta, comprendiamo il dono che ci portano le situazioni difficili per risolvere le nostre paure o idealizzazioni. Impareremo a conoscere ogni nostra parte, anche quelle che non accettiamo, per imparare ad amarle.
“Sto con quello che c’è” è diventato il mio mantra, mi aiuta a capire come in ogni momento della mia vita posso imparare a conoscere un aspetto di me, per poi farne cosa desidero: semplicemente accettarlo e poi amarlo, l’importante è non continuare a dare la responsabilità al resto del mondo, perché questo mi allontana dal vedere il potere che ho di come e dove cambiare la situazione.
E’ come se gli avvenimenti quotidiani fossero degli specchi in cui mi rifletto, dove posso vedermi e imparare ad apprezzarmi.
Non facciamo resistenza ed accogliamo i regali che la vita ci offre, scopriamo dove sono le nostre possibilità di crescita.
Soprattutto quando ci lamentiamo di situazioni analoghe, possiamo scoprire di avere dei giudizi che creano una resistenza nel nostro vivere e di utilizzare dei copioni che ci limitano.
Alla prossima istantanea

