Quanto spesso ci capita di acconsentire a situazioni che non ci piacciono, dando la colpa agli altri?
Qualche giorno fa una ragazza mi ha raccontato, in lacrime, di aver lasciato il fidanzato perché lui non la aiutava e dava per scontati gli sforzi che lei faceva. Durante il colloquio, però, è venuto fuori che in realtà lei ha sempre cercato di accontentare il partner, anche quando era stanca e alla lunga è “scoppiata” e ha deciso di lasciarlo perché lui le chiedeva troppo.
A volte capita di dare la responsabilità agli altri quando viviamo situazioni che non ci piacciono, ma in realtà la responsabilità è nostra in quanto non ci permettiamo di dire dei no.
Purtroppo succede di pensare che sacrificarsi continuamente per compiacere gli altri sia un merito, invece creiamo a noi stessi una sofferenza inutile, tradiamo il nostro sentire e attribuiamo la nostra stanchezza alle pretese degli altri.
In realtà la connotazione di pretesa gliela diamo noi, gli altri ci hanno fatto una richiesta a cui potevamo semplicemente rispondere no.
Nel mio libro “Istantanee di felicità” (se vuoi lo puoi acquistare qui), al riguardo ho scritto:
“Quando noi viviamo nell’inconsapevolezza e nell’impotenza diamo la responsabilità delle nostre scelte a qualcun altro, magari al nostro partner o ai nostri famigliari.
Ci sentiamo spinti in una direzione che non sentiamo congeniale per noi, ma non riusciamo a dire di no. A volte non riusciamo a dire di no perché non abbiamo abbastanza forza per opporci, altre perché non reggiamo la sofferenza causata dal senso di colpa oppure abbiamo paura di perdere l’amore e la stima dell’altro opponendoci”.

Possiamo quindi diventare consapevoli che la nostra sofferenza in realtà non è legata al comportamento altrui, ma al nostro, in quanto subiamo passivamente le scelte che l’altro fa, legate al suo vissuto famigliare e culturale, che è differente dal nostro.
Noi possiamo concederci il diritto di dire cosa ci va o non ci va.
“Farci andare bene delle situazioni che non abbiamo scelto, ci porta a sviluppare inconsapevolmente un conflitto interiore, di cui non ci accorgiamo proprio perché non siamo abituati a dedicarci del tempo per sentire come stiamo e come ci sentiamo”.
La ragazza era affranta, travolta dai suoi pensieri e dai suoi giudizi. Si era logorata in giudizi sul partner, non essendo stata in grado di vedere il grande potere di non assecondarlo, andando contro se stessa.
Riconosciamoci il potere di seguire il nostro sentire, ascoltiamoci, lasciamo andare la paura che non saremo amabili se non diciamo sempre di sì.
In questo modo riusciremo a costruire relazioni basate su un dialogo costruttivo e non sulle aspettative e sui giudizi.
Alla prossima istantanea.

