Ti è mai capitato di sentire un malessere legato al non sentirti abbastanza valorizzato/a?
Recentemente, mi è capitato di collegare il disagio di una collega e di una paziente proprio a questo.
La collega, in particolare, era in difficoltà perché non è stata scelta dal primario per un compito e questo l’ha portata a non sentirsi valorizzata.
Quando pensiamo che le persone attorno a noi non ci considerino abbastanza è perché, fondamentalmente, siamo noi a non valorizzare profondamente noi stessi.
Nel mio libro “Istantanee di felicità” cito una frase di Khalil Gibran:
“L’amore non dà nulla fuorché se stesso e non attinge che da se stesso, l’amore non possiede, né potrebbe essere posseduto, perché l’amore basta all’amore“.
Qui si parla di amore in senso largo, cioè in generale.
Quando cerchiamo la considerazione degli altri, diamo agli altri il potere di decidere quanto valore abbiamo e quando questa considerazione non ci viene data, si apre una ferita interiore.
Gli altri possono fare delle scelte a seconda del loro pensiero, ma le conseguenze di queste scelte possiamo decidere noi che impatto hanno su di noi. Se sentiamo un amore profondo per noi stessi, difficilmente rimaniamo feriti da una scelta che non ci aspettavamo.
Gli altri non possono colmare il nostro vuoto
La paziente invece si è sentita trascurata dal fidanzato in un momento di fragilità, perché non si è precipitato da lei immediatamente dopo le sue telefonate, ma è arrivato dopo circa due ore e, nel frattempo, lei si è focalizzata ad amplificare il suo senso di solitudine.
Ma non può essere il fidanzato che viene a colmare un nostro senso di solitudine o di vuoto.

Come facciamo in queste situazioni a superare il disagio che proviamo e che attribuiamo all’assenza dell’altro?
Imparando ad avere pazienza e a portare l’ascolto su quello che sentiamo, portando l’attenzione al nostro respiro.
Quando io sento un disagio, appena riesco medito e spesso mi arrivano delle intuizioni che mi aiutano a comprendere il mio vissuto. E’ fondamentale imparare a non fuggire da come stiamo.
Quando cerchiamo il rispecchiamento positivo al di fuori di noi, è sempre un modo di fuggire dal nostro dialogo interno, che purtroppo spesso è troppo critico nei nostri confronti.
Un consiglio che scrivo anche nel mio libro è che allenarsi ad avere pazienza è un atto d’amore nei nostri confronti e questo amore va coltivato, evitando di dare energia alle irritazioni perché vogliamo la gratificazione subito.
La paziente che si aspettava che il fidanzato arrivasse subito a soccorrerla, si è focalizzata sulla mancanza e questo le ha portato un malessere ancora più forte, che lei ha attribuito all’assenza del fidanzato.
Si fosse fermata ad ascoltarsi avrebbe probabilmente capito da dove arrivava questo suo bisogno di essere soccorsa emotivamente da qualcuno e magari avrebbe scoperto di essere in grado di farcela anche da sola, senza aggiungere la rabbia verso il fidanzato alla situazione che già la faceva soffrire.
Alla prossima istantanea

