Grazie al lavoro fatto con i pazienti e quello di auto osservazione, mi sono resa conto che un nostro grande limite sta proprio nel leggere gli eventi della nostra vita solo con la lente della logica e della mente automatica.
Ti ho raccontato in una precedente istantanea, che la mia vita sta migliorando sempre più anche grazie alla capacità che sto coltivando di vedere e non alimentare le mie aspettative. Rendermi conto che le sofferenze erano legate al non accettare quello che accadeva nella mia esistenza, perché non lo avevo previsto, è stato utilissimo per guardare la vita con gli occhi della sorpresa, e a volte, con ironia.
Vi voglio fare un esempio raccontandovi un aneddoto su una mia paziente.
Maria: accettare quello che c’è
Maria (nome di fantasia), soffriva molto di essere rimproverata costantemente dalla propria madre. Non c’era mai nulla che lei potesse fare che la mamma approvasse. Cercavo di spiegarle che, secondo me, la sua mamma era identificata con il ruolo della vittima e che qualsiasi cosa avesse fatto per lei, non lo avrebbe apprezzato.
Un giorno Maria mi raccontò di essere stata a Napoli e che, la mattina del ritorno, si era alzata un’ora prima, alle 5.30, per andare a prendere le mozzarelle che la madre amava tanto. Logicamente Maria si aspettava un’accoglienza calorosa e grata da parte della madre, che invece la rimproverò del gesto compiuto.
Quel giorno Maria realizzò veramente che qualsiasi cosa lei avesse fatto non avrebbe mai avuto l’approvazione della madre. Finalmente poté risparmiare energie e sofferenze legate al cercare l’approvazione di mamma.
Dal canto mio ebbi un’altra conferma di quanto i nostri filtri e le nostre identificazioni ci limitino e ci possano rendere infelici.
Aspettative e Delusione
Non è quindi la realtà esterna che è così crudele con noi, ma il nostro modo di pensare colmo di aspettative e di giudizi.
Mi è capitato di fare dei viaggi in paesi bellissimi ma molto poveri e quello che mi ha sempre colpita molto, è come le persone fossero sorridenti e gioiose. Al contrario le persone che vivono qui, compresa me stessa fino a qualche anno fa, si lamentano frequentemente, nonostante la maggior parte di noi non abbia preoccupazioni di sopravvivenza e di democrazia.
Alla prossima istantanea