La gelosia e il desiderio di controllo sono sentimenti che ci possono arrecare molto dolore.
Una mia paziente, in una seduta di alcuni giorni fa, mi ha detto di essersi resa conto che proprio per la sua gelosia è stata lasciata dal partner, che ora riesce ad essere consapevole di aver avuto un atteggiamento controllante e fastidioso, ma allora pensava che sapere, momento per momento, dove lui fosse e cosa stesse facendo, fosse il modo giusto di comportarsi.
La riflessione che ha fatto è che lei si sentiva minacciata quando non erano insieme nel tempo libero, come se, da un momento all’altro, potesse arrivare una donna a portarglielo via.
Il problema in realtà non sono le altre donne, ma la poca considerazione che lei si dà, perché pensa di valere poco.
Credo sia importante in una coppia che ci siano momenti di svago vissuti individualmente, perché possono portare buona energia e nutrimento all’interno della coppia.
Perché invece si sente il bisogno di controllare l’altro?
Perché se non apprezziamo abbastanza noi stessi, inconsapevolamente temiamo che nessuno ci possa apprezzare e dobbiamo essere costantemente rassicurati sul fatto che non verremo abbandonati dalla persona che amiamo.
La paura di essere lasciati
Quando ci valorizziamo, non abbiamo paura che l’altro ci possa lasciare, non sentiamo il bisogno di controllare ossessivamente i movimenti del partner e non ci lasciamo trascinare dall’insicurezza.
Osserviamo quali credenze abbiamo nei nostri confronti e quali assorbite nell’ambiente in cui siamo cresciuti.
In questo caso la mia paziente era convinta che l’altro dovesse sempre esserle vicino, probabilmente perché aveva assistito a relazioni di questo tipo o che lei aveva interpretato in quel modo.
Se ci arrivano pensieri di gelosia e desiderio di controllo, proviamo a chiederci quale valore ci stiamo dando per sentirci così minacciati se il nostro partner fa delle cose senza di noi.
Nel mio libro “Istantanee di felicità” (che puoi acquistare qui) cito una frase di Thich Nhat Hanh:
“La sofferenza che proviamo viene da dentro, non è qualcosa che ci provocano gli altri.
Se non siamo felici, se siamo sofferenti, tristi, arrabbiati è a causa degli ostacoli nella nostra mente, non a causa dell’ambiente”.
Ricolleghiamoci con noi stessi e cerchiamo di capire da dove arriva la nostra sofferenza, smettiamola di giudicare gli altri e cerchiamo di coltivare la fiducia e il nostro valore.
Alla prossima istantanea