Oggi vorrei approfondire il discorso sul senso di colpa. Sicuramente questo tema sarebbe da approfondire ulteriormente perché molto complesso, ma avendo deciso di fare queste piccole istantanee per dare piccoli spunti di riflessione, vi consiglio di fare letture sull’argomento o, meglio ancora, rivolgervi ad uno psicoterapeuta.
Nella scorsa istantanea abbiamo visto che il senso di colpa si sviluppa già da bambini, attraverso la scuola, i genitori, attraverso la religione.
Se noi non ci comportiamo secondo i canoni degli insegnamenti ricevuti, arrivano delle punizioni o comunque veniamo disapprovati.
L’ansia derivante dal giudizio
Questa disapprovazione rimane custodita dentro di noi e può diventare col tempo la nostra persecuzione, infatti a volte alcuni di noi sono estremamente giudicanti con loro stessi. Questo giudice interiore ci fa sentire a disagio e in preda all’ansia. Non riusciamo a perseguire i nostri desideri se essi sono in conflitto con le nostre credenze ereditate, perché il senso di colpa non ci permette di ascoltarci e di ribellarci ai preconcetti.
L’altra volta ho fatto un esempio limite con le persone antisociali, cioè quelle che non sentono il senso di colpa se fanno del male agli altri.
Probabilmente nessuno di noi è in una situazione del genere e quindi ho dato un piccolo consiglio su come difenderci dal senso di colpa quando sono gli altri a provocarcelo.
Quando le persone attorno a noi ci dicono che siamo “cattivi” perché non vogliamo fare quello che desiderano loro, possiamo trasformare il senso di colpa in rabbia, solo per un attimo. Come dice Thich Nhat Hanh però non dobbiamo alimentare i semi della rabbia.
Uscire dal senso di colpa attraverso la rabbia per breve tempo, ci può servire per capire perché ci sentiamo cattivi se non accontentiamo gli altri e se ci sentiamo manipolati da qualcuno che sta cercando di prevaricarci per ottenere delle cose da noi.
Il senso di colpa e la paura di deludere gli altri
A prescindere da quando sono gli altri che ci fanno sentire in colpa, a volte siamo noi stessi che ci sentiamo in colpa.
Spesso succede perché abbiamo paura di deludere gli altri.
Faccio nuovamente un esempio un po’ al limite: pensiamo alla situazione in cui una persona si rende conto di non amare più il proprio partner, ma non riesce a lasciarlo per paura di farlo soffrire.
In queste situazioni però, se non lascio il partner, cosa gli posso offrire? Non certo l’amore che lui o lei desidererebbe per sé. Quello che possiamo fare è accettare quello che ci sta succedendo.
Se noi seguiamo un idealizzazione di noi, l’idea di ferire qualcun altro ci è insopportabile in quanto ci giudichiamo “cattivi”. In realtà noi abbiamo bisogno di crescere e faremo delle scelte in base a quello che sentiamo, che stiamo vivendo.
Cerchiamo allora di capire, quando ci sentiamo in colpa, se è perché abbiamo paura di essere giudicati male e non riusciamo ad accettarci così come siamo. Nel nostro percorso cambieremo e, a volte, le persone con cui abbiamo condiviso la strada per un periodo potremmo non sentirle più così vicine.
Probabilmente se saremo prima noi a comprenderlo, l’altro potrà rimanerci male ma un giorno, magari, ci sarà grato di questa nostra scelta. A volte dobbiamo accettare di non essere visti come le persone più amabili, ci può capitare di far del male a qualcuno. In queste situazioni abbiamo bisogno della nostra stessa comprensione, eventualmente del nostro perdono e soprattutto di lasciar perdere quell’idealizzazione di noi, causa spesso della nostra sofferenza.
Ricordiamoci che quando noi siamo sinceri con noi stessi, accettando quello che siamo, lo saremo anche con chi ci circonda. Se diamo amore sano a noi, saremo in grado di darlo anche agli altri.
Alla prossima istantanea.