Prendendo spunto dal libro “Il Potere del Cervello Quantico” di Italo Pentimalli e J. L. Marshall, riprendo oggi il discorso sui Programmi Mentali.
Abbiamo visto, in altre istantanee, che alcuni automatismi che il nostro cervello apprende, sono utili, come imparare a camminare, a guidare, andare in bicicletta, ecc.
Purtroppo però nel nostro cervello si installano automaticamente anche dei Programmi Mentali che noi non abbiamo scelto.
Ciò può avvenire tramite l’imitazione dei comportamenti dei nostri adulti di riferimento o per emozioni forti. Gli autori parlano di cinque importanti caratteristiche dei Programmi Mentali.
Le cinque caratteristiche
1 – L’attenzione selettiva, ovvero noi portiamo l’attenzione a certi input e non ad altri, in base a ciò che conosciamo. Gli autori scrivono:
“Ogni volta che tu sei concentrato su qualcosa, il tuo cervello porterà allo stato di coscienza tutto ciò che lo conferma e lo interessa, selezionandolo in mezzo a milioni di altre informazioni che ci sono, ma che per noi non sono importanti”
Cosa può succedere ad una donna che è stata picchiata dal padre da bambina?
Il suo programma sarà: “Gli uomini sono violenti”. In questo caso lei tenderà a notare e selezionare inconsciamente proprio quelli violenti, continuando ad avere relazioni con questo tipo di uomini.
Pur incontrando nella sua vita altri uomini, la sua attenzione è rivolta solo a quelli violenti, quindi il suo cervello porterà allo stato di coscienza solo quelli.
Lei sarà attratta da quei microsegnali che solo gli uomini violenti hanno: in qualche modo andandoseli (inconsciamente ovviamente) a cercare”.
Certamente queste donne consciamente non cercherebbero un uomo violento, ma sono abituate a riconoscere certi segnali. Paradossalmente quello che noi riconosciamo, che troviamo familiare, lo ricerchiamo di più di un altro input che per noi rappresenta un’incognita.
2 – I Programmi installati non vengono più messi in discussione, perché rimangono ad un livello inconscio. E’ un po’ come se noi avessimo creato il Programma, ma non ci ricordassimo più su quale domanda abbiamo risposto così.
Nell’esempio fatto nella scorsa istantanea sui Programmi Mentali, abbiamo visto la storia del bambino che è stato sgridato dalla mamma, perché aveva fatto spendere i soldi al papà per un gioco. In questo caso il bambino ha fatto il collegamento denaro = dolore e da quel momento non ha più messo in discussione questa relazione.
Questo Programma Mentale è nato da un piccolo trauma di cui lui non si è reso conto.
“ha generalizzato una risposta, dimenticando che si trattava di un singolo evento specifico. Risultato? Inconsciamente tenderà ad allontanarsi da ciò che gli provoca dolore. Non guadagnerà mai abbastanza, spenderà sempre più di quanto guadagna”.
3 – I Programmi Mentali sono autorafforzanti “….significa che più lo vivi e più ci credi. Più ci credi meno lo metti in discussione. Meno lo metti in discussione e più diventa la tua verità qualsiasi cosa accada”.
4 – I Programmi Mentali sono stabilizzanti. Noi “abbiamo paura dell’ignoto, quindi questi programmi mentali fungono da istruzioni precompilate per reagire alla realtà in modo rapido e veloce. In un certo senso sono stabilizzatori che equilibrano quella paura dell’ignoto.
Una specie di meccanismo di autodifesa che ci permette di evitare stati che possono andare dal leggero fastidio all’ansia, alla paura e terrore dovuti al fatto di essere di fronte a qualcosa che non conosciamo”.
5 – I Programmi Mentali sono autoconvalidanti. Il cervello fa in modo di reinterpretare gli eventi affinché rientrino nello schema del Programma Mentale installato, anche in questo caso qualsiasi cosa accada”.
Osserviamo i nostri Programmi Mentali
Trovando alcuni meccanismi della mente molto limitanti, qualche anno fa mi ritrovai a mettere in discussione un certo modo di fare diagnosi che avevo appreso all’inizio della mia carriera. Temevo di osservare il paziente tramite uno schema prefissato, per cui se avevo un’idea che categorizzava, il rischio era che non vedessi il paziente nella sua completezza.
Il nostro cervello, che è una grande risorsa per noi, in alcuni momenti o situazioni può rappresentare il nostro limite, soprattutto quando non siamo consapevoli del perché leggiamo la nostra quotidianità attraverso un certo tipo di pensiero.
“Al cervello non interessa se ottieni il successo. Il suo compito è sì quello di ottenere successo sempre, ma il successo inteso come il corretto svolgimento dei programmi con i quali è stato programmato”.
Il nostro cervello, se noi non siamo vigili, ci porterà sempre nei soliti schemi.
A volte però quegli schemi per noi non sono adattivi e produttivi e ci possono portare a vivere momenti di frustrazione e o dolore, che si ripetono costantemente.
Cercare di conoscere il più possibile i nostri Programmi Mentali, ci aiuta a liberarcene e a fare scelte nuove e più utili al nostro benessere.
Alla prossima istantanea.