Oggi desidero parlare di meditazione e del fraintendimento che a volte nasce nell’equiparare la meditazione con una tecnica di rilassamento.
Thich Naht Hanh nel libro: “Il miracolo della presenza mentale” ci dice che:
“il rilassamento è il necessario punto di partenza per avere un cuore sereno e una mente lucida”.
La serenità ci aiuta a ritrovare il nostro centro e quindi a comprendere cosa sentiamo al di là dei pensieri che si affollano nella nostra mente.
Imparare a rilassarsi aiuta a gestire meglio gli stati ansiosi o gli attacchi di panico, ma praticare la meditazione con costanza può portare alla loro definitiva risoluzione.
La mente è come una scimmia che salta da un ramo all’altro
Sulla meditazione l’autore scrive:
“se volete conoscere la vostra mente c’è solo un modo: osservare e riconoscere tutto ciò che la riguarda. La mente è come una scimmia che salta da un ramo all’altro per la foresta. Per non perdere di vista la scimmia nei suoi spostamenti improvvisi bisogna osservarla continuamente o, per meglio dire, diventare un tutt’uno con lei.
La mente che contempla la mente è come un oggetto con la sua ombra. L’oggetto non può liberarsi della sua ombra. Le due cose sono una, ovunque vada la mente fa sempre coppia con la mente. E’ come se noi legassimo la scimmia, che allude al prendere possesso della mente, ma l’immagine della scimmia è solo un modo di dire, una volta che siamo direttamente e continuamente consapevoli della nostra mente la mente non è più come la scimmia.
Non ci sono due menti, una che salta di ramo in ramo e un’altra che la insegue per legarla con la corda. Per i primi mesi bisogna sviluppare la capacità di concentrazione, di creare uno stato d’animo di tranquillità e di gioia serena per poter essere consapevoli della nostra mente”.
Meditare è complesso, soprattutto all’inizio e in una società frenetica come la nostra. In queste condizioni è ancora più difficile osservare i nostri pensieri e i nostri stati d’animo.
Proviamo ad essere come un sassolino
Thich Naht Hanh ci indica come avvicinarci alla meditazione con una metafora:
“sedetevi nella posizione che vi riesce più comoda e respirate lentamente e profondamente seguendo ogni respiro, diventando un tutt’uno con il respiro.
Poi lasciate andare tutto, immaginate di essere un sassolino gettato nel fiume. Il sassolino affonda nell’acqua senza sforzo, distaccato da tutto. Copre la distanza più breve e infine raggiunge il fondo. Il punto di massima quiete. Siete come un sassolino che si è lasciato cadere nel fiume, dimentico di tutto, al centro del vostro essere c’è il respiro.
Non c’è bisogno di sapere quanto ci vorrà per raggiungere la quiete assoluta sul fondo di sabbia sottile sott’acqua. Quando vi sentirete come un sassolino che riposa sul letto del fiume, comincerete a trovare la quiete dentro di voi, non sarete più come una foglia al vento”.
Questa metafora può essere d’aiuto a centrarci nelle nostre prime meditazioni. Meditare diventa facile solo se coltiviamo la pratica. Dobbiamo imparare prima a lasciarci andare, a rilassare i nostri muscoli del viso e del corpo.
A proposito Thich Naht Hanh dice che, quando riusciamo a rilassare i muscoli del viso, emerge un piccolo sorriso. Questa pratica nel tempo ci aiuterà ad essere consapevoli dei nostri pensieri, dei nostri stati d’animo e così potremo “vederci” in vari momenti della giornata.
Più saremo consapevoli e meno verremo manipolati dai nostri pensieri, indotti anche dal contesto in cui viviamo.
Alla prossima istantanea.