Molti autori di cui vi parlo, pensano che il successo e l’abbondanza siano perseguibili grazie alla conoscenza di noi stessi. Per me questi concetti sono stati sorprendenti, dato che mi è stato insegnato che solo impegnandomi duramente e con la fortuna, avrei potuto vivere nell’abbondanza.
La fonte di abbondanza è dentro di noi
Oggi prendo spunto da un brano scritto da E. Tolle:
“La fonte di ogni abbondanza non è fuori di voi, è la parte di chi siete. Vedete l’abbondanza della vita tutto intorno a voi, il calore del sole sulla vostra pelle, lo spettacolo della magnificenza dei fiori in mostra davanti ad un fioraio, mordete un frutto succulento o lasciatevi inzuppare dall’abbondanza dell’acqua che cade dal cielo.
La pienezza della vita è lì, ad ogni passo. Il riconoscimento di quell’abbondanza che è intorno a voi, risveglia l’abbondanza interiore dormiente, lasciatela fluire fuori. Quando sorridete ad una persona che non conoscete, per un istante l’energia fluisce verso l’esterno, diventate qualcuno che dà.
Domandatevi spesso cosa potete dare in quel momento, come potete essere al servizio di quella persona, di quella situazione, non avete bisogno di possedere nulla per sentire l’abbondanza, ma se la sentite vi arriverà quasi certamente una grande abbondanza. L’abbondanza arriva solo a coloro che già ce l’hanno”.
Mi viene in mente a proposito il proverbio “piove sempre sul bagnato”. Pare che l’abbondanza ci sia soprattutto per le persone che non temono di non averla. Sembra un ciclo costante in cui più sono grata e più ho momenti di contemplazione che mi danno pienezza.
Ogni volta che riesco a lasciare un atteggiamento rivendicativo per un atteggiamento di gratitudine per quello che ho, sembra che mi arrivi qualcosa di inaspettato, come se fossi all’interno di un circolo virtuoso.
Quello che ho cambiato nella mia vita sono le lenti con cui guardo la vita. Quando riesco ad essere grata la giornata è bella e interessante, se ho un atteggiamento rivendicativo, pensando a quello che mi manca, non è così una bella giornata.
Scegliere ciò che desideriamo grazie alla consapevolezza
Tolle ci fa un esempio utile a comprendere quello che stiamo osservando. “Se la pace fosse realmente quello che volete, allora scegliereste la pace. Se la pace vi importasse di più di ogni altra cosa, se conosceste voi stessi, più come uno spirito che come un piccolo me, allora quando siete provocati da una persona o da una situazione, non reagireste e rimarreste in uno stato di vigilanza.
Accettereste immediatamente la situazione e diventereste una cosa sola con la situazione stessa, invece di separarvene. E da quello stato di vigilanza arriverebbe una risposta, la risposta giungerebbe da chi siete, la coscienza, e non da un piccolo me. Sarebbe potente ed efficace, e non trasformerebbe persone o situazioni in nemici”.
Quello che dice l’autore lo trovo calzante sulla mia vita. Se prevale l’ego, magari perché mi sento accusata, mi sento vittima della situazione o divento arrogante nel fare le mie ragioni durante una discussione, sento che non sto facendo del bene a me stessa e non è quello che desidero.
Se sono centrata e consapevole di quello che desidero veramente dalla vita, so che non voglio stare nella rabbia, so che desidero la pace e allora non proseguirò una discussione.
Questo essere lucidi e cercare di avere ciò che desideriamo è stare nell’abbondanza.
Portiamo allora l’attenzione al nostro interno e la nostra realtà rispecchierà i nostri desideri.
Alla prossima istantanea