Nelle testimonianze delle persone che hanno vissuto un’esperienza di premorte, una delle situazioni che le accomuna è la sensazione di sentirsi in uno stato di unione con tutto.
Questo mi ha portata a rileggere nel libro “La felicità della piena consapevolezza”, scritto da Jean-Pierre e Rachel Cartier, alcune interviste a Thich Nhat Hanh e ad altri monaci che risiedono al Plum Village, dove gli autori hanno trascorso alcuni periodi, facendo tesoro degli insegnamenti del monaco.
Il verbo inter-essere
“Guardate questo foglio, riuscite a scorgere al suo interno la presenza di una nuvola? Senza pioggia gli alberi non possono crescere e senza gli alberi non si può fabbricare la carta.
La nuvola quindi è essenziale per l’esistenza della carta. Possiamo allora dire che nuvola e carta inter-sono. Questa parola non esiste in nessun dizionario, ma basta combinare il prefisso inter e il verbo essere per ottenere un nuovo verbo: inter-essere.
Se guardiamo più in profondità questo foglio di carta, scopriremo anche il sole. Senza il sole non esistono le foreste, infatti nulla può crescere senza il sole. Possiamo dunque dedurre che il sole è presente in questo foglio di carta.
Carta e sole inter-sono e se continuiamo la nostra riflessione vediamo il taglialegna che ha segato l’albero, che l’ha portato alla fabbrica perché fosse trasformato in carta e vediamo anche il grano, sappiamo infatti che il taglialegna non può esistere senza cibo, quindi anche il grano, che è servito per fare il pane, è servito per questo foglio di carta.
Come anche il padre e la madre del taglialegna. Osservando le cose in questo modo, comprendiamo che senza tutti questi elementi, il foglio di carta non potrebbe esistere. Guardando ancora più a fondo vediamo noi stessi in questo foglio di carta, cosa non difficile visto che il foglio che stiamo guardando fa parte della nostra percezione.
La vostra mente è al suo interno, così come la mia. Possiamo dire allora che tutto è presente in questo foglio di carta. Non riusciremo a trovare nulla che non si trovi al suo interno, tempo, spazio e terra, pioggia, minerali, sole, nuvole, fiumi, calore. C’è tutto.
Tutto coesiste al suo interno, essere significa inter-essere, non possiamo essere e basta, dobbiamo inter-essere con tutto ciò che esiste.
Se questo foglio di carta esiste è perché anche tutto il resto esiste e per questo motivo che il verbo interessere dovrebbe figurare nei dizionari”.
In questo brano Thich Nhat Hanh ci fa capire come tutto quello che esiste è connesso con qualcos’altro.
Questo mi conferma il pensiero che ho sviluppato negli anni: che ci influenziamo emotivamente gli uni con gli altri. Se in una stanza c’è una persona arrabbiata, i presenti percepiscono questa emozione, anche se la rabbia non viene esternata, per via della connessione tra le persone.
Diventare consapevoli che tutto quello che facciamo ha conseguenze sugli altri, ci aiuta a riflettere prima di agire comportamenti ed esternare emozioni. Fermare i nostri impulsi di rabbia e recriminazione sulle persone che abbiamo accanto e spostare l’attenzione alle cose, anche piccole, che fanno per noi, ci connette al un senso di gratitudine e amore, che è il vero motore del cambiamento nelle relazioni.
A volte mi capita, dopo una discussione con mio marito, di pensare a mente tranquilla di quante cose Luca fa per me e per noi, e questo pensiero di collaborazione e inter-essere mi amplifica la sensazione di amare e di essere amata.
Pensiamo a quanto siamo più felici quando consideriamo con amore e riconoscenza il comportamento degli altri, rispetto a quando abbiamo atteggiamenti giudicanti e di esclusione.
Consideriamo anche alcuni nostri comportamenti poco rispettosi nei confronti dell’ambiente, che avranno conseguenze sia su di esso che su di noi, ed è anche per questo che è fondamentale capire che ogni nostro gesto influisce su noi, sull’ambiente dove viviamo e su chi ci circonda.
Alla prossima istantanea.