Preferisci avere ragione o essere felice?
Dietro a questa domanda c’è la mia perplessità nel vedere attorno a me quelle persone che vogliono punire chi, secondo loro, gli ha fatto uno sgarbo.
Perché dico: secondo loro?
Perché la maggior parte delle volte che qualcuno si comporta male con noi, non lo fa per ferirci, ma perché non è in grado di fare di meglio.
Prendiamo l’esempio di un automobilista che si trova in autostrada e, terminato un sorpasso, si dimentica di spostarsi nella corsia di destra. Chi è dietro di lui gli fa i fari per segnalargli che deve spostarsi, ma se questo non avviene in breve tempo, a volte, ho assistito a scene in cui l’automobilista che alla fine riesce a superare, si mette a rallentare per “fargliela pagare”.
In questo comportamento la persona perde di vista il suo obiettivo: quello di arrivare a destinazione rapidamente, dato che aveva molta fretta. Quindi non poteva perdere tempo dietro ad un auto che andava piano, ma può perderlo per vendicarsi.
Mi ha fatto riflettere un articolo condiviso in una chat di amici, in cui si raccontava la storia di una coppia che stava preparando il matrimonio. Durante i preparativi il futuro marito scopre che la fidanzata, in passato, gli è stata infedele.
Decide di continuare i preparativi per il matrimonio fino ad arrivare alla cerimonia e intanto studia la vendetta e durante la festa nuziale chiede ai partecipanti di fare un gioco.
Tutti gli invitati seduti a tavola si devono alzare in piedi e girare i loro piatti, chi troverà un puntino sotto il piatto dovrà rimanere in piedi, mentre gli altri potranno risedersi.
Quelli rimasti in piedi sono coloro con cui la neo sposa lo ha tradito, a quel punto il neo sposo chiede l’annullamento del matrimonio appena celebrato e se ne va.
Trovo triste questa vicenda, non solo perché il tradimento solitamente porta dolore nelle coppie, ma per come quest’uomo ha deciso di agire. Ha continuato ad organizzare il matrimonio, ha vissuto in una farsa pur di vendicarsi.
Ma questo comportamento quanto gli sarà costato in termini di fatica, rabbia e dolore? Credo molto.
Quindi torno alla domanda: preferisci avere ragione o essere felice?
Io mi sono risposta e non ho dubbi: preferisco essere felice.
Nella mia vita non ho mai visto nessuno felice grazie alla vendetta. Già solo solo durante i preparativi della vendetta, si continua a covare rabbia e dolore.
Quando pensiamo di vendicarci, pensiamo di riparare al torto subito restituendo il male a chi ce l’ha provocato, e quindi sì magari l’altro soffrirà, ma anche noi staremo male.
Portando avanti la vendetta, in quei momenti saremo noi la causa del nostro dolore, non avendo scelto di voltare pagina e liberarci il prima possibile da pensieri dolorosi.
Scegliere di essere felici può avvenire magari non frequentando più la persona che noi sentiamo inaffidabile e minacciosa della nostra serenità. A meno che non sentiamo di voler perdonare e dare un’altra possibilità, comprendendo le fragilità dell’altro.
La felicità la troviamo ascoltando il nostro corpo, le nostre sensazioni e non seguendo dei condizionamenti atavici, ripetuti di generazione in generazione.
Alla prossima istantanea.