La lettura di questo brano del libro di Kristin Neff: “La self-compassion. Il potere di essere gentili con se stessi”, mi ha fatto comprendere uno dei motivi per cui alcune persone fanno fatica ad assumersi la responsabilità delle loro scelte, azioni e sofferenze.
Alcuni miei pazienti arrivano in terapia arrabbiati con il proprio partner, con il collega o con il capo e quando cerco di far capire loro che la sofferenza che provano è dovuta a dei giudizi, mi rispondono che invece hanno ragione ad arrabbiarsi e fanno una certa resistenza a vedere qual è il giudizio che non permette loro di accettare il comportamento altrui.
Capita a ognuno di noi di ferire gli altri senza volerlo appositamente, dando per scontato che il nostro punto di vista sia l’unico giusto. A volte le persone non vogliono mettere in discussione il loro comportamento e si autogiustificano.
Kristin Neff racconta che una ricerca ha evidenziato che “le persone che soffrono di vergogna e auto giudizio, sono più propense a dare la colpa agli altri per i propri fallimenti morali, fanno fatica ad ammettere la loro inadeguatezza perché hanno un forte autocriticismo”.
Questi soggetti sono così giudicanti con loro stessi che non riescono ad ammettere che il disagio è responsabilità loro, è più facile dare la colpa a qualcun altro.
Viene anche evidenziato che questa difficoltà è più frequente negli uomini, perché nella nostra cultura vengono visti “come quelli forti e infallibili e loro fanno proprio difficoltà a vedere la loro inadeguatezza”.
Per gli uomini è più spontaneo esprimere la rabbia perché “in quel momento lì si sentono forti e potenti e riescono a coprire quel sentimento di debolezza”.
In questo studio si è evidenziato che quando questi uomini venivano aiutati ad essere compassionevoli con loro stessi, cambiavano atteggiamento.
“Quando gli uomini iniziavano a relazionarsi alla loro mancanza di compassione piuttosto che alla vergogna, non avevano più bisogno di negare la responsabilità personale per difendere il loro Ego. Riuscivano ad ammettere i loro sbagli e riuscivano a sviluppare relazioni d’amore”.
Nel momento in cui ammettevano la loro fragilità, ammettevano il loro comportamento aggressivo o non etico e quando erano in grado di essere compassionevoli con loro stessi, riuscivano a condividere con gli altri la loro responsabilità.
Se anche a noi capita di avere difficoltà ad ammettere di sbagliare e di avere delle responsabilità nei conflitti che viviamo, possiamo chiarirlo inizialmente a noi stessi e sviluppare amorevolezza e sostegno nei nostri confronti, piano piano possiamo cominciare ad ammettere qualche nostro errore e lasciare andare i giudizi verso noi stessi e gli altri.
Questo ci permetterà di vivere con maggior serenità, migliorando le nostre relazioni.
Alla prossima istantanea
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