Deepak Chopra nel libro “Le sette leggi spirituali del successo”, parla di quella che definisce la Legge dell’attaccamento.
Questa società ci spinge molto alla dipendenza, all’essere attaccati sia agli oggetti che ai comportamenti. Negli ultimi trent’anni sono costantemente in aumento situazioni di comportamenti alimentari di dipendenza, gioco patologico e relazioni patologiche.
Siamo immersi in una cultura che ci spinge a cercare la gratificazione fuori da noi stessi. Purtroppo quando noi pensiamo che la gratificazione arrivi fuori da noi, ci ritroviamo spesso delusi, ma soprattutto dobbiamo vivere col timore di perdere quella situazione di gratificazione.
Chopra fa la descrizione di varie modalità di attaccamento, come ad esempio quella con il denaro:
“L’attaccamento al denaro genera sempre insicurezza, indipendentemente dal conto in banca. Alcune delle persone maggiormente insicure sono quelle che hanno più soldi. La ricerca della sicurezza e della certezza, non è altro che un attaccamento a ciò che è noto.
Che cos’è il noto, il nostro passato, la prigione del condizionamento del vissuto, non implica alcuna evoluzione, nel modo più assoluto, e dove non c’è evoluzione, c’è stagnazione, entropia, disordine e decadenza. L’incertezza invece è terreno fertile per la creatività pura e della libertà. Stimola ad entrare nell’ignoto in ogni momento dell’esistenza.
L’ignoto è il campo delle possibilità sempre originali, sempre diverse, sempre aperte a nuove manifestazioni. Senza l’incertezza e l’ignoto la vita non è che una monotona ripetizione dei vecchi ricordi, che vi fa diventare vittime del passato. Il vostro tormento di oggi è il residuo del sé di ieri. Ogni giorno potete andare in cerca dell’eccitazione che il campo delle possibilità può offrire”.
Quello che consiglia Chopra è di non restare fermi, di non rimanere nel campo della certezza.
Fino a qualche anno fa ero molto attaccata ai ricordi, raccontavo spesso a mio marito cose successe nel passato. Però tutto quel rinvangare il passato depotenziava le mie possibilità e mi privava di energia.
Ci sono dei libri che insegnano a come fare pulizia, a buttare oggetti che non ci servono più. Il vecchio sembra darci sicurezza, ma a volte può diventare una prigione dorata.
Facciamo una riflessione su come invece possiamo affrontare la nostra vita, la nostra quotidianità, con curiosità, senza avere paura del cambiamento.
Corriamo il rischio di perdere qualcosa che non ci serve più, perché oramai la sua utilità l’ha già avuta nel nostro passato.
Alla prossima istantanea..